Allenamento Vahlok

Tarrqor

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  1. Tathlena
     
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    Mother of Dragons

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    La parete si sbriciolò più facilmente delle rocce ed un grosso pezzo venne via.
    Vahlok notò come se si fosse avvicinato maggiormente avrebbe fatto più fatica ma avrebbe anche rotto più larga parte della parete da scavare. Si alternarono così per costruirsi un rifugio che poi usarono come base. Per la settimana seguente le giornate si ripeterono uguali, con molte fatiche, dolori e frustrazioni quando la coda doleva e le rocce non si piegavano al proprio volere.
    Le soddisfazioni però non tardarono ad arrivare quanto dopo due settimane che si allenavano il giovane seragamma riusciva a spezzare due rocce e mezzo in un colpo solo prima che l'impeto del colpo si fermasse.
    La coda nella prima settimana non aveva fatto altro che dolere, piena di graffi, escoriazioni ed ematomi. Le squame qua e là spezzata come quelle di un cucciolo che imprudentemente era capitombolato sui sassi.
    Tuttavia erano ferite superficiali che guarivano in fretta. Tarrquor disse che aveva scelto quel posto proprio per le proprietà benefiche presenti nella terra morbida del fondo della grotta, che usata come impacco velocizzava il tempo di recupero delle piccole ferite.
    Per procurarsi di che mangiare e bere Tarrquor istruì il suo allievo su come predare i Gigginut, grossi scarafaggi della taglia di un cane che avevano una carne morbida e grassa una volta spaccato il duro carapace. Tarrquor inoltre trovò una piccola oasi incastonata tra pareti frastagliate dove un minuscolo specchio d'acqua faceva capolino dalla terra. L'acqua era sporca di terra e aveva un cattivo sapore, ma sembrava sempre una delizia in quel caldo torrido. L'unico problema era che potevano abbeverarsi solo una volta al giorno, quando la piccolissima insenatura veniva rischiarata dai raggi del sole di mezzogiorno. Il laghetto era così incastrato fra alte pareti rocciose infatti che la luce non vi arrivava se non quando il sole era a picco sopra di esso. Il Thunder gli mostrò cosa succedeva quando il laghetto era in ombra: viscide creature che sembravano fatte di sabbia nera e fumo scendevano senza emettere suono e restavano aderenti alle pareti rocciose, immobili e mimetizzate come sfumature della montagna. Quando un animale si avvicinava lo avvolgevano come serpenti e gli si infilavano nel naso e nella bocca, uccidendolo all'istante come se gli avessero strappato l'anima.
    - Se ci alzassimo in volo rischieremmo che ci vedessero e strisciassero sotto la nostre stesse ombre proiettate al suolo per tenderci un agguato e la notte ci sono troppi venti tra queste montagne affilate, è pericoloso alzarsi in aria. Sono creature orribili gli Swizernager, infide e pericolosissime, temono solo la luce del sole ed il gelo notturno e per fortuna altrimenti la notte si muoverebbero nel buio. Posso solo sperare che non sopravvivano in altri luoghi come la giungla dove la notte la temperatura è comunque molto alta e potrebbero fare stragi indisturbati.-
    L'allenamento di Vahlok procedeva bene, ma il magistro era parco di complimenti e portava il so allievo su rocce sempre più grandi. A volte erano più dure di altre o più affilate. Altre volte invece erano ricche di bitorzoli e quindi il colpo non arrivava uniformemente. La cosa importante era cercare sempre un punto più debole di altri per iniziare.

    All'alba del ventesimo giorno Tarrquor si diresse insieme a Vahlok presso una nuova insenatura. - Oggi ci alleneremo con dei bersagli mobili e non più delle pietre. Vedi quella specie di enorme formicaio di argilla che potrebbe sgretolarsi facilmente? Ecco, è un nido di Gigginut. Ce ne saranno a decine là dentro e se rompi il nido sciamano fuori come api impazzite ma non attaccano, semplicemente scappano.-
    Si fece da parte, ponendosi su di una roccia rialzata e con una smorfia divertita incità il seragamma -Procuriamoci carne per la prossima intera settimana! A te l'onore. Cerca di colpirne il più possibile ma usando poche spazzate di coda.-
     
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