Allenamento Vahlok

Tarrqor

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  1. Tathlena
     
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    Mother of Dragons

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    -Non Ha più senso nascondersi ora Vahlok! tanto vale prendere il volo, se saremmo abbastanza veloci le ombre non ci attaccheranno e si mangeranno gli scarabei invece....- Fece una pausa greve, il respiro pesante non si sapeva se fosse per la tensione o per la rabbia -Pensavo fossi pronto ad una simile evenienza. Forse non a sconfiggerli da solo, questo è certo, ma non puoi paralizzarti!! Come posso insegnarti il colpo di coda se rimani fermo quando sei spaventato? Nemmeno un'abilità della mente si può compiere quando la testa è congelata ed il cuore pietrificato dalla paura! Sei un drago, e come tale il tuo comportamento è inaccettabile!-
    Volarono per alcune miglia verso sud. Come il saggio Magistro aveva previsto le correnti erano favorevoli e il vento li trasportava veloci come nubi lontano dai picchi, seminando gli avversari e dando loro il tempo per riflettere su quanto accaduto. Erano stati attaccati (da un temile nemico, certo) ed erano fuggiti. La mente di Tarrquor macinava in silenzio, i denti digrignati dalla frustrazione: cosa poteva fare per impedire una tale caduta in futuro nel suo allievo?
    Il silenzio sembrò innervosire Vahlok ma non gli diede peso, aveva ben altro a cui pensare e se anche il seragamma si fosse dispiaciuto per il suo comportamento questo non avrebbe evitato il suo ripetersi.
    -Ho deciso!- Disse infine Tarrquor. -Ti porterò nelle Caverne dei Cristalli. Ci vuole un certo fegato per incrociare una madre Kombobath nella sua tana con i piccoli. Vivrai lì fino a che non temerai più le ombre, nè creature così immense da strapparti le ali con un morso. All'inizio sarò con te, ma passerai l'ultimo mese da solo perchè da solo affronterai le battaglie della vita!-
    Soddisfatto del suo verdetto continuò a guidare l'allievo verso sud, verso la costa col mare. Nel viaggio (che durò altre 2 settimane) rispose a tutte le domande che Vahlok gli pose e si addestrarono nel cacciare le prede del deserto con agilità e velocità. dopo 10 giorni si poteva dire che il Seragamma non ne potesse più di mangiare dromedari e cammelli, ma se non altro era diventato bravo a cacciarli. La sete era terribile, potevano bere pochissimo alle rare oasi di acqua sporca e questo seccava la gola e gli occhi. Più di una volta Tarrquor lo sostenne per aiutarlo nel volo. Se non altro l'aria fresca gli rinfrescava il muso volando.
    Finalmente la cosa si vide in lontananza: un delicato filo argenteo che poneva fine al monotono giallo arancione delle dune e poco prima di essa una piccola collina sassosa la cui base scavata nel terreno proponeva un'oscurità che pareva infinita.
     
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