[Missione] Una situazione rovente.

Giocatore: Kirin

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    Mentre Kirin trasmetteva le immagini ai delfini (i quali, per quanto confusi, riuscirono a capire grazie alle sue premure) le onde si abbassavo e si alzavano senza tregua, rivelando tra le loro acqua cristalline i riccioli di lava che scivolavano lenti sotto la superficie, rapprendendosi velocemente. Tutti e tre i delfini presero a saltare e fare acrobazie, trattandolo come fosse uno di loro e con qualche fischio si misero a nuotare veloci, guizzando fuori dall'acqua verso un punto ben preciso. In lontananza si vedeva la terraferma, ossia la piccola isoletta dove secondo le informazioni che aveva il giovane pigmy risiedeva Sora.
    I delfini trasmisero l'intenzione che Kirin li seguisse ed effettivamente sembrava stessero facendo rotta nella stessa direzione che Kirin aveva indicato loro prima.
    Quindi mentre il draghetto sorvolava le onde lasciando che gli schizzi d'acqua marina gli solleticassero il ventre, i delfini saltavano giocosi intorno a lui, nascondendolo alla vista di altre creature del cielo o del mare. Gli trasmisero l'intenzione di accompagnarlo fino a riva e così fu. Per sua grande fortuna il flamingo non si accorse di lui sebbene la sua rabbia fosse palpabile anche da quella distanza, così il viaggio fu facile e sereno, con Kirin cullato dal fresco vento salato.
    Quando finalmente giunse alla riva desiderata i delfini lo salutarono con eleganti capriole subacquee prima di scomparire nuovamente nel mare aperto, ma ora davanti a Kirin si prospettava una ricerca non poco facile che lo avrebbe portato più vicino alla sua meta. Come si sarebbe presentato a Sora? Cosa le avrebbe detto per convincerla nonostante il suo pessimo carattere?
    Per il momento però era sufficiente decidere che direzione prendere. Davanti a lui si aprivano due strani scenari: da una parte alla sua destra a qualche decina di metri da lui vi era un grosso mucchi di pesci freschi sulla riva che ancora si dibattevano tra la sabbia, seguiti da una fila di lische che man mano si inoltravano nell'entroterra. Alla sua sinistra invece il terreno saliva sempre più rapidamente, i sassi erano taglienti e corrosi e sembrava quasi un sentiero che portava ad un alta scogliera frastagliata.
     
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    mi fai venire le paranoie u.u adesso sono preoccupato perchè mi sento trattato fin troppo bene o.o

    Kirin
    aggiudicato, queste terre erano davvero affascinanti e belle, il giorno che mai sarebbe tornato a casa a trovare il suo Clan ne avrebbe avute da raccontare... certo, Kirin non intendeva certo tornare tanto presto, dopotutto se tutte le sue avventure fossero state così ... be, sarebbe stato emozionante (o sarebbe morto... oggettivamente parlando).
    Il draghetto ridacchiò vedendo quelle buffe creature muoversi così giocosamente in acqua -ehehe - per poi addirittura seguirlo in acqua, no, anzi, guardò sorpreso sotto di lui mentre sopra il pelo dell'acqua volava non così velocemente, eccoli quei tre pelleblu, e da ciò che gli trasmisero, a quanto pareva, doveva seguirli. Kirin guardò avanti ed ecco, finalmente un fazzoletto di terra era visibile, l'isoletta che tutto il giorno aveva cercato di raggiungere, eccola -ahah ah mi accompagnate?!- retorico e contento, Kirin ora si che trovò un pò di allegria, vedere i delfini saltare di tanto in tanto in formazione mentre lo guidavano dall'altra parte gli diede un senso di sicurezza ma anche di gioia, il che gli faceva almeno dimenticare per un pò i pericoli e la spietatezza di quelle terre, solo un'ondata di rabbia lontana gli fece voltare la testolina, nel cielo che si era lasciato alle spalle c'era ancora la viverna alla ricerca di lui, ma da così lontano questa volta gli fece al massimo spuntare un sorrisino, per poi rivolgersi nuovamente in avanti ed ai simpatici spruzzi della vicina acqua marina che sorvolava con tranquillità "humpf, adesso mangiati la sabbia, Dovarum dal breve intelletto" oh si, adesso si che era facile farne burla.
    Durante il viaggio ebbe quindi modo di divertirsi Kirin, che, preoccupandosi poco della forse troppa confidenza che stava dando a delle semplici Rachin, be, mentre i tre li sotto ed ai lati saltavano le onde lui oscillando leggermente (di più avrebbe fatto sicuramente ricordare le ustioni alari) nel suo volo prese un pò parte a quel giochino, altrimenti si sarebbe anche annoiato troppo durante la traversata.
    Quindi arrivarono! mancava poco alla riva, così era arrivato il momento di salutarsi definitivamente, Kirin per tenersi in volo in quella zona così da salutarli virò sbattendo le ali in modo da svolazzare in tondo in quei pochi metri di mare dove i tre amici privi di scaglie lo stavano salutando con simpatiche acrobazie subacquee, lui restituì il saluto mentalmente accompagnandolo con la sua traboccante e vivace gioia -ciao ciao! e grazie ancora!- perciò deviò il volo andando poi ad atterrare a riva, lungo la spiaggia.
    Di buon umore ora si prospettava l'ennesima sfida, si fermò qualche tempo ad assaporare il rumore delle onde sulla spiaggia ed il profumo di salsedine mentre rifletteva sulle varie opzioni, ovviamente la prima cosa che vide e notò fu la gran quantità di pesci spiaggiati, per via dell'odore ne fu attirato, ed infatti compì alcuni zompettii in quella direzione, facendo fra se -uhh, hey quanto pesce, che l'abbia pescato Sora?!- l'idea lo eccitò, posò gli occhi più avanti, e verso l'entroterra si dilungava una scia facilmente seguibile composta dalle lische di quel pesce, fermandosi dunque continuò ad osservare a ventaglio come si poneva la spiaggia, e dalla parte opposta vide invece una formazione rocciosa che saliva impervia come una via ripida e ben diversa dal resto del paesaggio, probabilmente avrebbe portato in qualche alto punto dell'isola, magari una scogliera sul mare!
    -hmm e se invece non fosse lei? eh... meglio non sbagliare!...- commentò, prendendo dunque a muoversi trottando dalla parte opposta dunque, verso quella stradina rocciosa, per poi rallentare, fermarsi, accigliarsi e -hmm...- fece riflessivo, sorrisino, e poi si rivelò cosa frullava per quella testolina birbante, tornò indietro corricchiando, avvicinandosi a quella piccola pila di pescato, ne azzannò uno di quelli che poteva portare con se, e con quello fieramente fra le fauci riprese a trottare scegliendo la salita di prima "eheh... chi ha detto che devo cercare Sora dall'alto a pancia vuota..." in fondo per una razza come la sua il furto non era cosa poi così condannabile...
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    Edited by Zaphira Serafine - 27/5/2014, 14:14
     
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    Masticando di gusto l'inaspettato bottino Kirin si diresse a passi sicuri dopo un breve attimo di incertezza. Non si accorse di essere osservato e nemmeno di essere seguito, ma questo aveva poca importanza, dopo tutto ora aveva la pancia piena. Proseguì dunque lungo il sentiero scosceso, restando vicino alla costa, il mare sotto di lui si apriva a ventaglio alla sua sinistra ed era più luminoso che mai sotto i raggi del caldo sole dei vulcani. Era ormai pomeriggio inoltrato, ma il sole era ancora alto, non aveva senso fermarsi ora.
    La cosa più notevole era che quest'isola finalmente era ricca di vegetazione. Non moltissima certo, ma la sua parte centrale era piuttosto rigogliosa e alberi secchi e resistenti, qualche cactus e dell'erba gialla e dura erano riusciti a mettere radici nella fertile terra nera. Addirittura dei pini marittimi riuscivano a crescere fino a creare un vero e proprio boschetto al centro della zona. Dalla sua posizione rialzata Kirin potè osservare bene tutto il territorio, anche se in linea d'aria non era arrivato all'altezza del vulcano di quell'isola e nemmeno a metà di quello dell'isola centrale, che già da lontano sembrava incombere sopra tutto e tutti.
    Quando il sole aveva cominciato la sua parabola discendente il giovane pigmy era finalmente in cima e come aveva sospettato una grande scogliera si apriva sotto di lui ed era popolata da decide e decine di gabbiani con i loro nidi. Le pareti di roccia a strapiombo lasciavano che il mare lambisse le loro pendici diversi metri più in basso, con schizzi di spuma e onde che si infrangevano violentemente. Un pappagallo colorato si posò accanto a Kirin, apparentemente senza avere alcuna paura.
    Fece uno strano verso, sbattè le ali (era grande circa un terzo rispetto al drago) e poi parlò con voce gracchiante - Vieni, vieniiii -
    Si girò e cominciò a planare verso valle, senza aspettare che Kirin lo seguisse. Il draghetto pur sapendo parlare solo mentalmente aveva intuito quei suoni, perchè il pappagallo aveva inviato un debole e rudimentale messaggio mentale che insisteva sul bisogno di essere seguito. Le ragioni però erano ignote.

    Guadagni 4 punti vita perchè hai mangiato


    Edited by Zaphira Serafine - 27/5/2014, 17:48
     
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    buhuhuuu ;( quanto mi sa di cosa brutta questa...

    Kirin
    gnam gnam, pesce fresco pescato per lui da qualche predatore gentile, cosa si poteva chiedere di più? be, poteva trovare Sora per esempio, per quello però sembrava che avrebbe dovuto camminare un bel pò, vero, avrebbe potuto volare Kirin e così sorvolare l'isola alla ricerca della crimson flare, tuttavia non si sentiva ancora così in forma, e forse a terra si sarebbe anche visto di meno, cosa strana quest'isola pareva offrire ben più vegetazione di quella centrale più grande, cosa che per un attimo gli fece tornare il brivido del ricordo dell'ultima isola lussureggiante esplorata.
    Comunque, Kirin fu tranquillo nel suo procedere lungo quella salita, si tenne a poca distanza dalla costa, mantenendo così un punto di riferimento visto che non voleva ne perdersi, ne andare a casaccio... più volte gli capitò di gettare gli occhi azzurri verso la distesa marittima, trovando stupendo un simile paesaggio da quella postazione rialzata, i raggi del sole scaldavano la giornata mentre la brezza di mare rendeva tutto sopportabile e gradevole, non facendogli dunque pesare oltre le bruciature ancora visibili sulla cute draconica del piccoletto.
    Anche la destra tuttavia era interessante, specie vista la presenza maggiore di vegetazione, salì quindi fino a giungere alla cima di quella che era una scogliera vera e propria, la parete scendeva quasi a picco sul mare, offrendo rifugio così unicamente a quelle creature volanti oggi tanto odiate dal Pigmy, che calando lo sguardo verso di esse ed udendone i versi striduli li guardò di storto irritandosi -tsk, stupide Rachin piumate! spero che quella viverna tonta abbia ripiegato su di voi il suo appetito.. mh!- fece stizzito impettendosi, tornando un pò più indietro, doveva quindi pensare a che fare a quel punto, spostando lo sguardo notò come in realtà nonostante l'apparente calma di quell'isoletta anche qui un vulcano bello imponente troneggiava su tutto il territorio come monte più alto, e poi mentre si sedeva muovendo la coda con placida calma spostò le iridi sbattendo poi le palpebre al notare che addirittura degli alberi come si deve crescevano più nella parte centrale, stranamente gli rivenne in mente casa sua, il che lo fece sospirare un pochino "hmm ho fatto proprio bene a salire quissù, almeno posso decidere dove andare..." fece dunque mente locale sulla geografia del posto per ricordarsela a grandi linee.
    -uh?- un pappagallo molto colorato gli si posò vicino, Kirin lo guardò spostando solo la testolina, senza nemmeno alzarsi sulle zampe, era curioso, l'altro non sembrava intimorito, anzi, che voleva dal draghetto? Udì un verso parecchio strano, era più articolato di quelli che aveva sempre sentito appartenere a volatili di ogni sorta, poi lo vide alzarsi in volo ed una debole traccia mentale gli diceva di seguirlo, probabilmente era quello il messaggio, ma perchè mai? -eh? ti devo seguire?- questa gli era nuova, lo guardò un momento mentre quello si abbassava verso la vallata, Kirin si alzò dunque sulle zampe, ed incuriosito da quella richiesta si spinse in volo pure lui, spiegando le alette e tendendole per planare in coda al pappagallo -hey, dove mi stai portando?- provò a domandare, accompagnando il pensiero con una sensazione di dubbio perchè potesse magari intendere

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    Edited by Zaphira Serafine - 27/5/2014, 20:07
     
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    Il pappagallo non rispose, ma continuò a volare, soffermandosi se gli pareva che Kirin non lo seguisse. Le sue lunghe ali colorate lo guidarono fino al centro dell'isola, sfruttando le correnti calde del territorio senza alcuna fatica. Era evidente che viveva là da molto tempo e conosceva la zona. Si inoltrò tra il boschetto di pini marittimi, posandosi di tanto in tanto su di un ramo per riposare il suo volo spesso sgraziato. Era bello, ma non così veloce nel volo, anche se piuttosto agile.
    La loro attenzione fu improvvisamente attratta da un filo di fumo che saliva dal terreno. Pochi metri più in là c'era un piccolo spazio bruciato sul terreno, come la fiammata di un drago che arrostisce la preda e della buonissima carne di cervo dall'odore delizioso giaceva quasi intatta a terra. Non vi erano altri animali nei dintorni, Kirin però percepì l'odore di altri draghi, anche pigmy come lui probabilmente mescolati con un odore sconosciuto e un pochino inquietante, che non riusciva ad identificare.
    La carne era invitante e come se non bastasse vi erano delle erbe famose per le loro proprietà curative proprio affianco alla carne, come se il proprietario del banchetto avesse voluto racimolare un po' di scorte. Il pappagallo decise allora di scendere e zampettare accanto al terreno annerito, becchettando uno strano frutto esotico e lanciando occhiate con i suoi grandi occhi a Kirin, mentre la testa si piegava a destra e a sinistra come fanno tipicamente gli uccelli.
     
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    Kirin
    c'era da aspettarselo, quel pappagallo non gli avrebbe risposto, sbuffando Kirin si prodigò di seguirlo al suo ritmo, non era veloce di certo, tuttavia trovò sempre le correnti più favorevoli così che la discesa fu dolce e comoda, chiaramente conosceva il territorio come le sue piume.
    Durante il breve volo il draghetto ebbe modo di contemplare la strana mistura di colori sgargianti che componeva il volatile, senz'altro bizzarra e di molto meno omogenea della sua, chissà se ce n'erano altri con colori diversi...
    Scesero comunque fino ad addentrarsi fra quei pini che comparivano ed aveva notato al centro dell'isoletta, il bosco col suo profumo gli ricordò, per quanto diverso, un pò le foreste di casa sua, ben lontane da dov'era oggi, più avanti ecco si notò poi del fumo, giusto un filo che silenziosamente saliva dal terreno, ne sentì l'odore acre e vide con i suoi occhi azzurri la fonte -uh?- il terreno in mezzo a quegli alberi era annerito, del fuoco aveva bruciacchiato l'erba e la terra, sembrava proprio una delle fiammate che anche lui era in grado di emettere, cosa che gli venne confermata da una preda, selvaggina alla fiamma dall'inconfondibile e piacevole odore, per un attimo rilassò i nervi, poi si irrigidì -preda!...- virando di scatto non si accinse a scendere proprio li in mezzo, sbattendo le ali qualche volta per correggersi deviò cercando un ramo del pino più vicino, appollaiandovisi dunque sopra ed osservare la scena sorpreso, era un divoratore di carogne dopotutto, come poteva non associare il ritrovamento di una simile preda alla pericolosa vicinanza del relativo predatore? "wow, questa si che è una sorpresa! ... buona sorpresa... chi mai lascerebbe un simile banchetto incustodito?!" e già, girando la testolina più volte non poteva non sorprendersi nel non vedere nessun altro dovarum, e poi quella carne non sembrava affatto consumata del tutto! Kirin scosse il capino domandandosi perchè, trattenendosi ancora dal farsi sotto, gli era stato insegnato di fare attenzione in simili situazioni, così prima si prese un pò di tempo per annusare l'aria.
    Draghi, per forza, qualcuno nelle vicinanze? o magari era stato qui poco fa, no, forse, era confusionario l'odore che sentiva, pareva addirittura esserci del Pigmy li in mezzo, non poteva sbagliarsi -Sora?...- fece fra se e se mormorando... c'era poi qualcosa che non riuscì ad identificare... e fu quello a preoccuparlo un pò, corse un brivido... poi si volse vedendo che invece senza timore il pappagallo era sceso sulla scena, evidentemente non aveva percepito pericoli nelle vicinanze, o non sarebbe sceso, lo guardò qualche secondo pensando al da farsi, mentalmente gli fece da lissù -e allora? volevi invitarmi a pranzo?- non se lo spiegava, ma meglio rimandare simili dubbi, proprio li affianco ecco non aveva notato esserci quella famosa pianta di cui non ricordava mai il nome, e che tanto fa bene "oh... che fortuna!" si disse, ora si decise, era ragionevole pensare che per il momento in zona non ci fosse nessuno, poteva approfittarne, perciò si spinse giù, planando a terra dinanzi alla carne ed al pappagallo, che intanto preferiva un frutto mai visto, Kirin circospetto guardò attorno ancora una volta prima di avvicinarsi abbastanza circospetto a quelle erbe, dal momento che non si sentiva troppo in forma, la testa girava ancora per l'attacco mentale che aveva ricevuto tempo prima, quindi quatto quatto come l'istinto gli suggeriva ecco che avrebbe cominciato a masticare di quelle erbe medicamentose.
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    Dopo i primi attimi di incertezza il giovane pigmy si avvicinò alla scena per potersi ristorare e tutto sembrava andare bene, come confermava lo strano volatile colorato che fin lì lo aveva condotto.
    Mentre Kirin masticava indisturbato le erbe curative sentì qualcosa muoversi intorno a sè. Si nascose a terra, diventando tutt'uno con una pietra lì accanto, ma questo non bastò ad impedire che una grossa rete fatta di corde intrecciate lo catturasse sollevandolo da terra e lasciandolo a penzoloni mentre il pappagallo svolazzava spaventato intorno alla rete. Dal folto del boschetto giunsero dei passi pesanti, che sembravano far tremare l'aria e una figura dapprima scura poi man mano sempre più definita si fece avanti. Era un essere umano.
    Kirin non aveva mai visto gli umani, ma li riconobbe subito dalle molte descrizioni che aveva udito su di loro. Esseri orripilanti, senza scaglie coperti di peli sulla testa e sul volto, niente artigli, niente coda e neppure le ali, camminavano su due zampe e brandivano bastoni ed altre armi improvvisate. In circostanze normali era facile ucciderli con colpi mentali, perchè tanto loro non conoscevano quasi mai la magia, e nemmeno erano resistenti al fuoco come un drago... Ma questa non era una situazione facile e Kirin dovette guardare impotente mentre il grosso umano, alto quasi due metri e con una barba scura che gli arrivava al petto afferrasse con le sue grandi mani la rete come fosse un sacco e lo portasse nella sua tana.
    - E' inutile dimenarsi, drago.- disse inaspettatamente, da restare ammutoliti. Da quando gli umani sanno parlare la lingua dei Dovarum? - Questa rete è intessuta di fili magici che ti impediranno di scappare. E non tentare nemmeno di di attaccarmi con la tua mente, perchè questo diadema mi protegge e mi consente di parlare con te... Rassegnati al tuo destino con le buone e ti lascerò un minimo di libertà!- disse tutto questo con voce rauca e bassa, senza guardare Kirin, e procedendo a randi falcate tra i pini, sul suolo coperto di aghi marroni. Dopo quasi un'ora di viaggio si vedeva in lontananza la sua tana, uno strano ammasso di pietre dalla forma quadrata da cui spuntava un filo di fumo. Kirin notò con sorpresa due altri pigmy stare fermi e tranquilli nel giardino. Al vederlo i loro occhi si riempirono di tristezza e con grande umiliazione si fecero da parte ad un solo gesto dell'umano, pieni di rassegnazione. - Tu mi servi per sopravvivere drago. Quelli piccoli come te sono ottimi per la caccia agli uccelli, ai pesci ed altri piccoli animali. Le vostre squame se poste in una rete da pesca attirano i pesci, la vostra presenza tiene lontani altri animali pericolosi. Non mi dà ne gioia nè piacere tenerti intrappolato, ma farò ciò che devo per sopravvivere, così come voi draghi uccideste la mia gente per proteggervi. Farai tutto ciò che ti ordino, ed in cambio ti lascerò mantenere un'identità. Disubbidiscimi e ti renderò un fantoccio senza raziocinio, come quel pappagallo che ti ha condotto fin qui.-
    L'animale dai vivaci colori scelse proprio quel momento per ripresentarsi. i suoi occhi vuoti erano d'un tratto terrificanti. L'umano gli ordinò di parlare e lui lo fece, gli ordinò di volare e subito il volatile obbedì. Ogni volta che impartiva un ordine il diadema che aveva sul capo irsuto emetteva un debole bagliore luminoso.
    Con un ultimo gesto l'umano lo legò ad un palo con una lunga corda e gli lasciò della carne, la stessa che lo aveva attirato in trappola. Ogni volta che Kirin provava a ribellarsi l'umano con un breve cenno del capo gli invadeva la mente, costringendolo a bloccarsi e fare ciò che voleva.
     
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    recupero/perdo qualcosa a seguito dell'azione?
    e... ho dato per scontato nell'ultima parte dell'azione che non sia più all'interno della rete quando viene legato...

    Kirin
    Kirin dunque masticando quelle erbe pur essendo guardingo aveva appunto messo in conto di non prendersela comoda, fare in fretta, così da riprendere le sue ricerche una volta ripresosi un pò... dopotutto con il calar del sole si rendeva necessario trovare un posto sicuro dove passare la notte. Un rumore attorno a lui lo allarmò, ovviamente si nascose, poichè se davvero un altro drago era acquattato nelle frasche un suo movimento lo avrebbe messo in pericolo -uh..- mai si sarebbe però aspettato di ritrovarsi improvvisamente catapultato in alto, preso in mezzo ad un groviglio intrecciato e resistente, chiaramente sgomento e spaventato lasciò partire vari versi di forte protesta e striduli, subito dimenandosi a più non posso cercando istintivamente una via di fuga che a quanto pare non c'era, fra ringhi e versi contrariati sbattè anche le ali come per cercare di volar via, ma intrappolato com'era dalle corde le guardò malevolo tirando e sfuriando come poteva con gli artigli, facendo probabilmente un gran fracasso, ma ormai la trappola era scattata, e sembrava che nulla poteva più aiutarlo.
    I suoi occhi saettanti dunque si puntarono sottili ed aggressivi verso la fonte di diversi rumori che segnavano l'avvicinarsi di qualcosa dalle frasche del bosco, lui ringhiando lo accolse, quando poi si palesò, e gli occhi azzurri decifrarono l'orrenda creatura emise altri versi questa volta spaventato e frustrato per la sua posizione -gnnrraaaawrr!... ah! che cos'è?! devo uscire!- gli ricordò in un certo senso quel golem di pietra scura che aveva incontrato sull'altra isola dai fiori venefici, quindi era.. un umano! -grr! oh no! un umano!...- aveva sentito varie storie su quelle creature così particolari, era proprio come nelle storie, non solo la forma fisica era così anomala rispetta a quella degli altri draghi e gran parte delle Rachin e Saharam, ma anche quello strano groviglio in cui si trovava, così strano, quegli oggetti, il cuore gli batteva all'impazzata, e non smise di agitarsi quando quest'ultimo, venuto proprio per lui raccolse la rete, intento a portarselo via.
    Ovviamente continuò a dimenarsi furioso, agitando gli arti per strattonare le corde inutilmente, mordendole ringhiando e soffiando contro l'umano.
    "gnn va via!" ora con una smorfia aggressiva si apprestava a difendersi con la mente pur di tenere alla larga l'omone imponente, tuttavia a bloccarlo fu l'udire le sue parole... stava comunicando con lui?! in quel momento rallentò anche le sue movenze, ascoltò interdetto, quasi mozzafiato, poi giunse la spiegazione, non ci credeva, ovviamente ci provò lo stesso, tuttavia per qualche strano motivo non ci riuscì, forse quel diadema che diceva lui.
    -uh? allora puoi capirmi, lasciami subito andare!!- gli ordinò frustrato, ancora lottò con quelle corde testardo, cercando con tutte le sue forze di dilaniare con artigli e morsi quelle corde così resistenti, le sue emozioni erano in subbuglio, se il diadema di costui era in grado a quel punto di percepirle, rivelando la rabbia per quella situazione, Kirin trovò anche umiliante essere trasportato in quel modo ciondolando al passo dell'odioso carceriere, il quale lo portò per un bel tratto di strada, ci volle un'ora buona, e non si stancò affatto l'energico e vivace draghetto di farsi le sue ragioni, ancora strattonando con alcuni spasmi secchi la sua trappola, sebbene alla fine rallentò molto calmando anche i soffi ed i ringhi minacciosi.
    Giunsero infine in una sorta di tana mai vista, vide che le pietre erano state accumulate in un ordine preciso e particolare, doveva esserci del fuoco pure all'interno, dato che vide del fumo, poi il suo cuore si riempì di eccitata gioia nel vedere altri due Pigmy come lui proprio li davanti, subito si agitò spostandosi le maglie della rete con le zampe per cercare di far spuntare il muso cercando di attirare la loro attenzione -oh! hey voi, hey! aiuto, aiutatemi a liberarmi!!- tuttavia guardarli lo smorzò in fretta, rimase fermo per quanto l'oscillazione del passo umano gli permettesse, e mogio guardò con gli occhi azzurri quei due simili così tristemente assoggettati, non si mossero se non per togliersi dalla strada al gesto da parte del suo carceriere, guardò incredulo con quale poco orgoglio agirono, scosse la testolina sbattendo le palpebre, una volta superati lui si volse ancora per guardarli, questa volta in tono maggiormente implorante -hey! ... vi prego...- non sapeva che dire di fronte ad una reazione simile, spostò gli occhi verso quell'umano dalla lunga pelliccia in quel che doveva essere il muso, ripensò alle sue parole e quindi ascoltò zitto sta volta le successive spiegazioni, cercando di capire quale fosse la sua situazione "ma dove sono finito?" incredulo la sua risposta un pò confusa fu -uh, cosa?...- cioè sarebbe stato come quei due? non voleva scannarlo per nutrirsi, voleva renderlo schiavo... forse fu questo a spaventarlo di più, un brivido gli corse lungo la schiena all'idea rivoltante di quella storia sull'ubbidienza, come se non bastasse, vide quel che fece fare col solo potere di quel diadema che aveva sul capo a quel pappagallo... a quanto pare era stata tutta una trappola, e lui rimase a bocca aperta a provare un inquietante senso di terrore al vedere la verità di quelle parole riflessa negli occhi del volatile così spenti e privi di personalità o coscienza.
    A quel punto venne legato ad un pezzo di legno nel terreno, gli venne posta dinanzi la carne di prima, ma quello sicuramente non era per lui il momento per pensare a rifocillarsi, anche qui provò a togliersi il fastidio di quella corda, tirandola e morendola, cercando anche di attorcigliarla sdraiandosi a terra dando il giro, inutile... rialzandosi minacciò ancora l'umano digrignando i denti -hrrr.. non m'importa a cosa ti servo, se non mi liberi ti riduco in cenere! già sentiva dentro di se il fuoco prepararsi ad ardere, riflettendosi nel suo sguardo.
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    contro le corde ATK F= 30+5PP

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    Si, quando viene legato non è più dentro la rete naturalmente. Recuperi tutti i punti vita, ma vedo che lo hai già segnato.


    La corda non diede il minimo segno di cedimento, probabilmente anche quella era incantata. L'umano non gli badò molto se non per avvertirlo di smettere di agitarsi, o si sarebbe fatto male.
    La notte cominciava a calare velocemente ora, sopratutto sotto le fronde degli alberi. Gli altri due pigmy non appena l'umano entrò in casa si avvicinarono a Kirin, mantenendo lo sguardo triste che il drago giallo aveva visto loro appena giunto.
    - Ci dispiace che anche tu debba essere finito in questa situazione... non possiamo fare nulla per aiutarti, tutti i nostri pensieri e quindi anche nostri discorsi sono controllati dal diadema. C'è una pietra magica incastonata in esso, e ne serve una altrettanto potente per contras...- Il pigmy che aveva parlato, un Misfit, venne improvvisamente interrotto da una scossa di dolore. L'altra si affrettò a raggiungerlo e a strusciare il collo contro il suo, e così Kirin si rese conto che erano una coppia. -Non vuole che ne parliamo- aggiunse lei semplicemente. -Noi abbiamo già provato mille volte a distruggere il diadema o a fuggire, ma è stato tutto inutile.-
    Il pigmy che prima era stato ferito scosse la testa per liberarsi del fastidio. Il suo sguardo così pieno di vergogna, una vergogna che un drago non dovrebbe mai provare lo colmava visibilmente. -Siamo anche stati costretti ad attirare altri pigmy nella trappola... che dolore che provavo quando li vedevo arrivare senza poterli avvertire! Sono tutti morti ora, per via dei pericoli verso cui ci manda incontro l'umano oppure perchè si rifiutavano di obbedire-
    - Basta parlare Jarad, l'Umano potrebbe colpirti ancora! Dopo tre mesi ancora non hai capito quando è il momento di smettere? Cosa sarà di me se resterò sola?-
    -Hai ragione Hiraza, domani ci sarà una spedizione di caccia. Faresti bene anche tu a riposarti, amico. Qual'è il tuo nome?-
     
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    capito, allora è un caso, avevo semplicemente dimenticato di aggiornare il codice base in quel punto XD

    Kirin
    no, provare a liberarsi di quella corda a morsi ed artigli non sembrava funzionare, cosa che ad un certo punto lo dissuase dal provare in quel modo, pareva davvero magica come sosteneva quell'umano, fissò con disprezzo quella tana in cui si era infilato l'umano, non gli aveva minimamente risposto, ed il Pigmy già di suo abbastanza dall'umore variabile, ora era piuttosto nero, per non parlare della pressione mentale... si stava facendo buio pian piano, e tutto faceva pensare che dunque il draghetto giallo ed arancione posò a quel punto gli occhi sugli altri due Pigmy, i quali gli si avvicinarono subito, ascoltò quindi sconcertato dal loro atteggiamento, lo vide poi interrompersi come se un attacco mentale proprio in quel momento lo stesse colpendo, l'altra sua compagna lo aiutò, mentre Kirin disse preoccupato -hey, hey!... gnn..- capì che in qualche modo doveva essere quella cosa di cui parlava l'umano sul ribellarsi, spiegò meglio l'altra, sicuramente erano compagni i due il draghetto faceva fatica a mantenersi calmo e non agitare la coda ancora con il battito accelerato per tutto questo -uh? sa quel che pensiamo?!- esterrefatto domandò retorico, quindi poteva opportunamente punirli con quella specie di diadema che portava anche senza essere presente? assurdo.
    -ma come? non siete riusciti a...- si fermò, non era necessario continuare, lui era irruento in quel momento, ma a calmarlo fu la tristezza che gli venne al vedere un drago in quelle condizioni, la vergogna nei suoi occhi, tanta da far dubitare che sia peggio la morte, Kirin sbattè alcune volte le palpebre provando a calmarsi con alcuni respiri, non calò comunque la sua rabbia, lo ascoltò, credeva che stava dicendo davvero, ma accettare che fosse reale fu comunque dura, scosse la testa... quando però Hiraza parlò non potè non interrompere un breve istante con tutto il suo stupore -tre mesi?!! starete scherzando!...- no, lo sapeva, non era un drago ritardato, ma il solo pensiero di tutto quello che sarebbe stato un futuro del genere era aberrante!
    Gli chiesero il nome, il draghetto smise di scuoter la testa e posò gli occhi azzurri sul misfit simile a lui ma di colorazione azzurra sul manto scaglioso -io? mi chiamo Kirin, come ce ne andiamo da qui Jarad? ah, sicuramente non dava l'impressione di essersi arreso così sulla semplice base di ciò che aveva sentito, dopotutto, aveva altro da fare.
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    Jarad scosse la testa esasperato. -Non avresti dovuto dirlo- Non fece in tempo a finire la frase che una scossa di dolore colse Kirin alla testa, come se un bastone lo avesse colpito forte alla nuca. Non voleva dormire, eppure i suoi occhi si fecero pesanti, le membra non lo ressero più e l'ultima cosa che sentì furono i due pigmy che gentilmente lo appoggiavano a terra una volta che cadde nell'oblio.
    Non seppe per quanto tempo restò in quello stato tra lo svenuto ed il dormiente forzato, ma quando aprì gli occhi il sole era alto e l'umano stava slegando la corda che lo teneva inchiodato a terra, mentre con una mano gli accarezzava le squame dorate.
    - Il tuo colore è molto bello e lucente, attirerai più prede. Ti ho visto correre, sei veloce e bravo a nasconderti, speriamo tu sia altrettanto svelto ad imparare! Segui gli altri due e non fare scherzi, loro sanno cosa fare. Ormai ho stabilito un contatto con te, quindi ti terrò d'occhio-
    Se anche Kirin provava ad attaccare il cristallo che riluceva sulla sua fronte il fuoco non gli riempiva la gola, e si sentiva debole come un cucciolo non ancora in grado di sputare il proprio Soffio.
    Detto questo l' Umano se ne tornò vicino alla sua tana a curare gli stessi pesci che Kirin aveva visto accatastati sulla sabbia il giorno prima. Era evidente ora chi li avesse pescati. I due pigmy azzurrini attesero che il loro nuovo compagno di prigionia si riprendesse del tutto dallo stordimento, poi presero il volo verso sud, la costa che Kirin non aveva ancora esplorato perchè era giunto dalla parte opposta. Mentre volavano cullati dal vento che profumava di libertà Hizara aprì la sua mente e gentilmente inviò i sue pensieri agli altri due - L'Umano vuole che ci teniamo lontani dalle altre razze di draghi più grandi... li teme, il suo diadema non è così potente da controllare Dovarum simili, potrebbero attaccarlo. Noi siamo giunti qui evitandoli a nostra volta, perchè sappiamo che le razze della zona sono molto aggressive e territoriali. Non conosciamo nessuno sul territorio, lo stavamo attraversando per raggiungere la giungla che si estende più avanti, dove avrei potuto far nascere i miei figli nello stesso posto in cui sono nata io, ma siamo rimasti incastrati a metà a strada e le uova che partorirò tra poco nasceranno già schiave.
    Ogni volta che incrociavano un piccolo mammifero come un coniglio, un maialino selvatico o una capretta si lanciavano in picchiata e con agili mosse uccidevano l'animale, lasciando la carcassa dov'era perchè tanto il loro carceriere le avrebbe ritrovate più tardi. Dopo un po' fu Jared a riprendere la parola - L'ironia è crudele e vuole che ci sentiamo più liberi proprio quando facciamo ciò che ci ordina. Nel viaggio e nella direzione non possiamo scegliere molto cosa fare, sopratutto se ci viene in mente l'idea di scappare. Tuttavia abbiamo qualche secondo di libertà nel momento in cui attacchiamo un animale, perchè deve lasciare che i nostri istinti di predatori facciano il loro dovere, lui non ha idea di cosa sia veramente cacciare come un drago. In questi ultimi mesi la momentanea sensazione di libertà di quei pochi istanti è stata l'unica cosa che abbiamo perseguito.-
    Continuarono fino a mezzogiorno inoltrato, fermandosi solo per bere.
    Ogni volta che Kirin cercava di variare la rotta ed allontanarsi le ali non gli rispondevano più e con orrore lo guidavano dove il diadema gli ordinava. Quando il sole cominciò a scendere per lasciare il posto alla notte ripresero a volare verso casa, ma sulla via del ritorno, stanchi e affamati, l'umano insistette perchè cacciassero ancora quando tre grosse lepri si presentarono sotto ai loro occhi, correndo tra l'alta erba gialla e secca. Le prede si divisero e così fecero i draghi, puntando ciascuno ad una di esse.
    Kirin si infilò tra l'erba alta, perdendo di vista gli altri due e con un inseguimento senza la solita emozione della caccia pose in breve fine alla vita della lepre, torcendole il collo. Mentre fissava il cadavere dell'animaletto con il cuore pesante un rumore lo sorprese in mezzo all'erba come se qualcosa si stesse avvicinando di soppiatto.
     
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    scusa se non sono al top ma è anche per l'ora

    Kirin
    Kirin inarcò un pò la testa, piegò il capo sentendo le parole in risposta del celeste compagno di prigionia, e praticamente subito si rese conto del loro significato quando improvvisamente un colpo in testa lo fece accucciare, un dolore acuto lo costrinse ad incassare la testa, ma si rese conto subito che in realtà era qualcosa di mentale, strizzò gli occhi non potendo far nulla per contrastare quell'invasione se non mugugnare alcuni versi, muovendosi come attendendo che la cosa passasse, ciò nonostante si sentì inspiegabilmente più stanco, o erano solo gli occhi che non reggevano più, lui si sentiva però lucido e non si spiegò come stesse davvero per addormentarsi, perse il senso dell'equilibrio, e mentre gli occhi si chiudevano sempre più di frequente ed a lungo poteva vedere come gli altri due lo stavano a guardare, per poi come aiutarlo nell'accasciarsi al suolo, conoscendo quel che gli stava accadendo -mgnnf... non ...vo-glio...- e poi cedette del tutto.
    Non era come dormire, quando dormi sei in pace e non ti accorgi del tempo che passa, Kirin invece si sentiva come preso in mezzo, da una parte si sentiva sul punto di svegliarsi, come se non si fosse realmente addentrato nel mondo dei sogni, dall'altra invece c'era quella forza che lo teneva legato in quel limbo sonnolento, alternato fra momenti più profondi ed altri di meno... arrivò a risvegliarsi il mattino dopo, qualcosa si stava strusciando, e sentiva trafficare li vicino, pian piano alzò la testa sbatacchiando le palpebre, e la prima cosa che notò fu la sagoma del grosso umano proprio li vicino, con uno dei suoi arti dalla strana consistenza lo stava toccando, strofinando le scaglie! -gnnah!... ksss..- Kirin non gradì per niente e quanto prima possibile si rimise in piedi svicolando quella sgradita carezza, un pò barcollante per lo strano risveglio e quindi fissandolo male, a metà fra un soffio ed un sibilo quel suo verso di avvertimento, quindi si accorse di essere stato sciolto dalla corda, ricordò anche le parole degli altri due compagni su cosa c'era quest'oggi ad attenderli.
    -grr...- ringhiò piano sentendo quelle sue parole, un misto fra lodi e pronostici sulla redditività della sua ultima cattura, che cosa rivoltante, lo vide in tutta la sua spregevole forma, notò anche quel suo diadema, una gemma proprio lassù sul capo dell'umano rappresentava quella che doveva essere la fonte del suo potere su di loro, Kirin ovviamente provò il fuoco, come dargli torto, tuttavia riuscì solo ad inspirare, come al solito, ma per poi bloccarsi al rilascio quando a vuoto un paio di volte protese il capo spalancando le fauci, tossendo semplicemente con una certa frustrazione "dannazione, perchè non ci riesco...?" lo sapeva invece, ma il modo in cui non ci riusciva gli ricordava terribilmente i primi periodi di vita, era come se di colpo non sapesse più come accendere la propria fiamma, una sensazione brutta e umiliante.
    Guardò basso qualche secondo poi, calmandosi a quel punto, lo guardò tornare ai piedi della sua tana pietrosa, riconobbe quei pesci che stava ora maneggiando, l'unica soddisfazione poteva essere quella che ne avrebbe pulito uno di meno oggi... poi scuotendo la testa si voltò visto che non poteva fare altro per il momento "tsk... non finisce qui!" per poi raggiungere gli altri misfit e cominciare con loro la battuta di caccia, questo si rivelò essere, stavolta però non avrebbero affatto cacciato per se stessi.
    Kirin almeno potè visitare un'altra parte di isola, non aveva affatto rinunciato alle sue mete, doveva pur sempre trovare Sora... almeno volando con gli altri si sentì un pò più tranquillo, e dopo poco mentre erano nell'aria trasportati dalla corrente si misero a parlare, lui voltando la testolina ascoltò interessato, -eh, confermo! ci sono proprio draghi pericolosi da queste parti...- lui ne sapeva qualcosa -quindi... l'umano prenderà anche i vostri piccoli...?- a quel pensiero abbassò il capo, gli dispiaceva della loro situazione e gli si spezzava il cuore, non poteva pensare ad una vita del genere per dei cuccioli... andarono avanti, il trio aveva un compito semplice, cacciare gli animali predabili dalla loro specie lungo il tragitto, Kirin aveva già pensato di fuggire, ma per ora voleva restare col duo per sentire qualcosa di loro, fu il compagno a parlare.
    -quindi non possiamo semplicemente volare via?!...- o be chiaro, ma volle lo stesso fare una prova, quindi con una virata stretta si buttò verso ovest, deviando per mettere più distanza possibile così che prima o poi non sortisse più l'influenza da parte dell'umano, tuttavia constatò come per quanto strenuamente si sforzasse le ali traballavano fino a ripiegare verso sud, con sua somma rabbia -gnnrr.. che rabbia!...- e si, anche se rischiava un'altra batosta non poteva trattenersi dal provare rabbia verso quell'essere che l'aveva ridotto ad una cosa simile, non si trattenne dal rispondere ulteriormente a Jarad -e che vita sarebbe questa?- dalla voce mentale che usò si intuì oltre a quella rabbia e quel subbuglio disordinato anche quanto in realtà quella situazione lo rendesse affranto, fece poi silenzio il resto della caccia, poterono fermarsi per bere... ben presto fu stanco di provare anche solo debolmente di virare per cambiare rotta, tentare di vedere se in qualche modo c'era un varco da cui uscire, ma a quanto pare erano proprio in una gabbia invisibile.
    Si faceva sera, ed erano stanchi, Kirin non ci aveva provato molto gusto anche se il volo gli piaceva, aveva il muso puntato in basso, quando giunse l'ultimo ordine della giornata, Kirin scosse ancora la testa non potendone più già del primo giorno, la fame e la stanchezza lo rendevano più nervoso, un trio di lepri sotto di loro si separò ed era il loro obiettivo... bastò dunque un cenno del capo per ciascuno di loro perchè partissero, Kirin ne puntò una e s'inabissò in picchiata, correggendo il volo per seguirla, ed una volta che questa si infilò nell'erba alta ne memorizzò la posizione prima di scendere, quindi corse all'inseguimento come aveva sempre fatto, con l'olfatto ed una rapidità poco rumorosa la seguì facilmente, per poi sorprendere la preda ed ucciderla... non aveva provato nulla, guardò inorridito la sua stessa preda, contrariato da ciò che stava facendo -gh.. spero si buchi la gola con le ossicine...- fece fra se e se, abbastanza nero, poi sentì un rumore... era nell'erba attorno a lui dunque alzò gli occhi, non poteva essere Jarad o Hizara, almeno credeva... era sicuro che fossero ancora impegnati con la loro preda... normalmente si sarebbe sentito sicuro, tuttavia non sapeva bene come fare, pareva che qualcosa lo stesse raggiungendo con circospezione, Kirin fece dunque la cosa che per lui fu più naturale fare, ovvero indietreggiando lentamente rispetto al rumore ed attento a non farne lui con i propri passi cercò di allontanarsi furtivamente, se qualche altro predatore voleva la preda per se poco gli importava...
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    nascondersi=40

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    Kirin sparì tra l'erba alta come se non fosse mai esistito: il suo colore dorato lo proteggeva da occhi indiscreti ancora meglio in quel terreno. Il rumore di fruscii che aveva sentito si interruppe quando fu fuori dalla visuale, nascosto ed in attesa. Davanti ai suoi occhi però prima una zampa, poi una piccola testa rossa rivelarono una pigmy Crimson Flare dalle ali dorate avvicinarsi furtiva, in cerca delle tracce del suo obiettivo.
    In bocca stringeva qualcosa che al sole luccicava e i suoi movimenti lenti e circospetti mostravano la grande esperienza che aveva maturato nell'essere nata e cresicuta in quel luogo. Sembrò quasi che avesse fatto rumore apposta per farsi notare da Kirin, perchè dopo quel breve attimo anche lei si inoltrò nell'erba alta allo stesso modo, scomparendo ai sensi come un fantasma. Kirin era in mezzo all'erba alta, sorpreso e incuriosito, ma fu proprio allora che un doloro ordine gli giunse alla mente, arrivando a controllare i suoi arti contro la sua volontà e spingendolo a muoversi, frenetico e in modo decisamente innaturale per un drago. Il pigmy dorato sentì l'urgenza e anche l'avidità dell'umano che non voleva limitarsi a 3 esemplari, ma voleva catturarne anche un quarto. Con un salto Kirin si catapultò dov'era passata la Crimson e annusando il terreno seguì la sua pista... o meglio credette di farlo.
    In realtà la giovane che così tanto gli somigliava in aspetto era già alle sua spalle. pronta ad attaccarlo.
    Kirin se ne accorse un attimo prima che gli artigli di lei gli traforassero il fianco, immobilizzandolo a terra, mentre con la coda cercava di tenerlo giù. Sporse quindi la mascella contro la sua costringendolo a mettersi in bocca un cristallo facilmente sbriciolabile. Poi con una capriola si levò dal dorso di Kirin e concentro i suoi poteri mentali per obbligarlo ad ingoiarla.
    Il povero pigmy giallo ne aveva abbastanza di essere controllato dagli altri, eppure dopo che ebbe ingurgitato la pietra si sentì all'improvviso più leggero, come se una forte pressione intorno alla testa e alle tempie si fosse improvvisamente alleggerita e scomparsa. Ma non ebbe tempo per pensarci perchè la sua "assalitrice" già si muoveva frenetica. Parlava con tono ansioso, molto acuto e sbrigativo, talmente veloce che si faceva fatica a stare dietro ai suoi pensieri - Veloce, veloce! Dobbiamo andare prima che...-
    Non fece in tempo a finire che i due pigmy azzurri erano lì, i muscoli tesi e pronti a immobilizzarli. Hizara emise un debole gemito di sorpresa quando vide la Pigmy rossa e sebbene non potesse muoversi secondo la sua volontà gli occhi suoi e del compagno esprimevano tutto il loro dispiacere. La pausa durò pochi secondi.
    La pigmy sconosciuta soffiò minacciosa, poi fece un segno a Kirin e si voltò correndo con tutte le sue forze mentre gli altri due cercavano di attaccarli fisicamente e con una sfera di fuoco che manco Kirin di un soffio.
     
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    nessun danno?

    Kirin
    Kirin non si sentiva poi sicuro di cosa avrebbe potuto fare, se fosse stato un altro predatore il potere dell'umano gli avrebbe permesso di difendersi? nascondersi era l'unica che gli venne in mente, era una delle cose che sapeva fare meglio, un vanto per lui, in mezzo a quell'erba alta dal così simile colore non si sarebbe lasciato trovare facilmente, aspettò alcuni secondi paziente e silenzioso, poi con grande sorpresa da parte sua sbattè un paio di volte le palpebre nel vedere che, altrettanto cautamente quel che uscì era un altro suo simile, da quella distanza la riconobbe dal manto scaglioso e dalle forme che si trattava di una femmina della categoria Crimson Flare nelle specie di Pigmy... fra se e se il primo pensiero che balenò fu "Sora...?" non poteva esserne sicuro, ma la speranza lo rendeva più reale per lui, restò qualche attimo senza fiato, da quel che notò era una dragonessa esperta, forse molto più di lui, e la cosa lo sorprese non poco, subito si domandò allora perchè avesse fatto rumore visto che ora nei suoi movimenti era così silenziosa, infatti scomparve di nuovo com'era comparsa "cosa vuole da me..." era lui a volere qualcosa da lei, ma era evidente che in qualche modo lo aveva adescato ad esporsi, ed ora? voleva comunicare con lei, ma mentalmente gli arrivò un ordine a dir poco folle, pesante come un macigno che presto si tramutò in una forza che lo voleva costringere ad obbedire "ugh.. no! gnn.. non voglio!" digrignò i denti per combattere la forza che lo voleva portare addirittura a catturare quella pigmy, per soddisfare l'avidità dell'umano che voleva per se un altro schiavo draconico, una sensazione orribile si impadronì di lui quando si scoprì non poter nulla per opporsi e nemmeno avvisarla.
    Si mosse in maniera totalmente diversa da come avrebbe fatto normalmente, i muscoli quasi a scatti risposero portandolo con gli arti balzò contro il suo volere dov'era prima la Pigmy, abbassando la testa rigidamente mentre a denti digrignati doveva annusare la pista lasciata da lei, la stava cacciando ora "ghh... non osare, non farò quel che mi chiedi!" impotente si rese conto di star semplicemente pensando quelle cose visto che era impossibilitato a comunicare con la draghetta, poi sentì la sua presenza proprio alle proprie spalle, e fu più abile lei nel coglierlo così che quando si voltò lei era già su di lui, si sentì mancare un attimo il respiro quando venne inchiodato a terra, la cosa più brutta era che in tutto questo lui non voleva fare quel che stava in realtà facendo per lottare contro di lei, grugnì frustrato e torcendo il collo, lei abilmente lo tenne a terra mentre i muscoli di Kirin provavano invece a ribellarsi, il suo sguardo rispecchiava totalmente l'opposto stato d'animo a quella situazione, si sentiva debole e sperso, voleva ribellarsi ma senza riuscirci.
    Quindi strizzò gli occhi quando lei si avvicinò, ma cosa stava facendo? gli mise un cristallo nelle fauci a forza, lui ancora scosso da spasmi, quindi agilmente lei si allontanò, prima però che il controllo mentale potesse forzarlo a reagire per alzarsi lei con la sua mente invase la sua già sovraccarica di coscienze, la sua resistenza a tutta quella pressione fu quasi nulla mentre scuotendo la testa accettò di sgranocchiare quel cristallo, il pensiero martellante e che lo umiliava di più era che stava obbedendo a tutti tranne che a se stesso oramai.
    Qual sorpresa dopo aver consumato quella pietra il sentirsi improvvisamente libero, leggero, nella sua testa c'era solo più lui, un pò spaesante a dire il vero, e subito non colse la fretta e l'agitazione della Pigmy che frenetica diceva che dovevano andare... Kirin un pò confuso si sollevò da terra, incredulo -uh?.. cosa?...- fu un pò lento, poi vide che i due misfit erano già li, erano tesi, in agguato per loro, percepì l'aggressività nei loro confronti, ma vide anche l'umiliazione ed il dispiacere nei loro occhi, allora l'umano aveva avvertito anche loro, e li stava costringendo a riprendersi anche Kirin!
    Quindi i suoi occhi azzurri si posarono sulla rossa, che soffiando loro contro in quei pochi istanti permise a Kirin di capire almeno una cosa, e fu col suo cenno che si sbloccò il pigmy dorato, che ora seppe di dover fuggire, e meno male che cominciò a correre, altrimenti la palla infuocata dei loro aggressori l'avrebbe centrato (ed un arrostimento al giorno è più che sufficiente) Kirin senza più guardarsi alle spalle corse follemente per quanto i muscoli dunque potevano dargli anche se era stanco ed aveva fame, l'unica concentrazione quella di non perdere la crimson che nella sua mente era raffigurata come l'unica speranza di salvarsi, si costrinse perciò a lasciare indietro i due, anche se voleva tremendamente aiutarli -mi dispiace!!... anf anf.. Sora!..- urlò alle proprie spalle, prima di chiudersi mentalmente da quel lato, protendendosi in avanti veloce come il vento in mezzo all'erba, chiamando la draghetta con l'unico nome che pensava (sperava era la parola più giusta) che fosse lei, un pò per non perderla, un pò per capirci qualcosa di cos'era appena successo.
    CITAZIONE
    DIF M=32+5 (non so se posso farlo tenendo un canale aperto per la crimson...)
    correre= 60 (con eventuali modificatori stanchezza se vuoi)

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    le hai parlato mentre i Mysfit attaccavano fisicamente e poi ti sei protetto. quindi lei ti ha sentito, ma tu ora non potrai sentire lei mentre fuggite.


    La pigmy color rubino per poco non inchiodò bruscamente nel sentirsi chiamare per nome. Volse un'occhiata di fuoco a Kirin e constatando di non potergli parlare perchè il suo simile si stava schermando, gli fece un eloquente cenno con la coda di tacere e continuare a correre. Le voci sul suo carattere difficile non dovevano essere infondate. L'erba intorno a loro frusciava come le onde di un mare in tempesta, ed era saggio continuare a nascondersi tra di essa dal momento che nel cielo terso sarebbero stati un facile bersaglio. Corsero veloci, molto più veloci delle lepri che prima avevano cacciato, eppure erano lungi dal sentirsi delle prede. In quei fugaci momenti di libertà il cuore a mille a la paura che mordeva i polpacci spingendoli ad una corsa forsennata erano vividi, così in netto contrasto con l'alternativa offerta dall' Umano.
    I due Mysfitt presero il volo per individuarli dall'alto e subito Sora si immobilizzò come una roccia, per non essere notata. Con qualche passo lento e misurato si spostò lateralmente, sollevò l'ala destra nell'entrare cautamente nella tana nascosta sotto un ampio masso e scivolò nell'ombra, celando la sua presenza sia fisicamente che mentalmente. Kirin che la seguiva senza perderla di vista si infiltrò anch'esso sotto la roccia, trovandosi in uno stretto ed angusto corridoio di terra. Strisciando come una vipera Sora si portò velocemente alla fine di esso, rivelando una zona molto più spaziosa, con tanto di pavimento in pietra e piccola risorgiva termale. La luce filtrava dal soffitto, che a quanto pare era composto da un'unica lastra di basalto bucherellata in abbondanza. Tanto in quelle zone pioveva raramente ed erano prevedibili gli acquazzoni. Passarono dei lunghi minuti di tensione, mentre nessuno dei due pigmy voleva cedere per primo ad abbassare le proprie difese mentali, sia per paura che i mysfytt li scoprissero, sia perchè nonostante il salvataggio rocambolesco restavano comunque due estranei, e per tanto potenziali nemici.
    Dopo aver valutato a lungo il suo interlocutore Sora finalmente si decise a rilassarsi. Tuttavia non smise mai di avere una certa rigidità nei movimenti, come se avesse sempre i nervi pronti a scattare. torcendo il naso e con un basso brontolio si rivolse al suo ospite - Puzzi di Umano. Che schifo. - aveva sempre il tono di voce un pochino acuto, ma non sgradevole. Le scaglie erano di un vivido color rubino, con sfumature sanguigne, ma sotto le ali erano di un delicato giallo ambra che riluceva al sole come un gioiello. Gli occhi grandi e violetto chiaro si posavano su un bel muso piccolo ed aggraziato. Era più vecchia di Kirin di circa 40 anni umani - Lo so che non volevi attaccarmi, nè tu nè quei due tonti azzurri che ci hanno seguito, non fare inutili discorsi.- Si interruppe per lanciare un pochino di sabbia allo zolfo addosso a Kirin, senza tante cerimonie.
    - Ma come ti è saltato in mente di chiamarmi per nome davanti a loro?? E' evidente che sei n novellino senza esperienza, ma per lo meno abbi cervello! L'umano ci controlla perchè sa i nostri nomi. L'oggetto magico che porta in testa cattura le nostre anime e menti attraverso il nostro nome, e basta un tocco o una parola per trasmetterglielo... - Scosse la testa irritata e sbuffando vistosamente si lasciò cadere su di un giaciglio di paglia cosparso di gemme, oro e pietre preziose.
    - COME sai il mio nome?- disse improvvisamente allarmandosi - quell'ignobile umano peloso cerca di estorcermelo da quasi un anno, ma sono sicura di non averglielo fornito io... ah spero davvero che tu non ne abbia fatto menzione con lui o gli altri due babbei blu con cui eri, altrimenti giuro che uso le tue squame per tappezzare la mia grotta! - Si mise addirittura in una posizione quasi di attacco, la coda che spazzava il terreno e i denti appena visibili sul muso allarmato.
    - Ti prego dimmi di non aver salvato uno ancora più stolto degli altri due pigmy! -
     
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