[Missione] Una situazione rovente.

Giocatore: Kirin

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    Il Water si guardò ancora intorno fino a quando non puntò lo sguardo su Kirin, al che smise di agitarsi e lasciando che le se grandi spire affiorassero dall'acqua cominciò a discutere - Mi spiace, ma non posso addentrarmi sull'isola, come puoi ben vedere... data la tua disponibilità tuttavia non mi darà fastidio se vorrai posare le tue membra stanche sulla mia schiena. Non ti disturberei se non fosse per una cosa che mi sta molto a cuore.
    Devi sapere che ho letto le deboli menti di alcune Rachin dell'oceano, quei docili delfini (così si chiamano) che ti hanno accompagnato. Ho scoperto che sei fuggito da Tindramir, il Flamingo della costa, il quale è ben noto per la sua eccessiva ferocia. Perchè se da una parte è giusto proteggere il proprio territorio dall'altra nulla giustifica una rabbia ed una caccia così spietate. Noi sei stato il primo che ha rischiato di finire vittima dei suoi eccessi e molti hanno trovato morti tra le più peggiori... Io dunque ti chiedo giovane Pigmy in quale punto preciso della costa lo hai incontrato perchè penso che là custodisca le sue fragili uova e i suoi deboli cuccioli.
    - Il Water fece una lunga pausa durante la quale la coda fremette leggermente e gli occhi si velavano un attimo di ira. Il suo corpo beccheggiava tra le onde le quali si infrangevano senza sforzo sul suo grosso collo robusto.
    Kirin sent attraverso il loro dialogo che il Water provava sentimenti contrastanti: da una parte era calmo, pacato e cordiale con lui e dall'altra cercava di mantenere nascosta la rabbia, il rancore e la frenesia che si prova dalla caccia. Non erano sentimenti diretti verso il pigmy, questo era certo, ma qualcosa faceva intuire che se avesse mentito o rifiutato di rispondere il Water avrebbe potuto reagire molto male, trascinato dalle emozioni negative che covava dentro di sè.
     
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    Kirin quando venne scorto potè notare meglio l'effettiva grandezza del drago che navigava le acque, i colori marini potevano ricordare quelli dei suoi cugini Misfit, ma i suoi erano ben più scuri e gli avrebbero sicuramente permesso una mimesi marina notevole, non per niente quei Dovarum non solcavano i cieli di sopra, ma il loro cielo era il mare.
    Dapprima le prime cose che sentì da parte sua il Pigmy fu l'invito a riposarsi usando il dorso dell'altro per poggiarsi, non avrebbe mai disturbato in genere, ma Kirin era affaticato sul serio, e grato si affrettò ad accettare tale invito, in fondo sarebbe stato meglio per rispondere ai suoi quesiti, sembrava essere una cosa importante per l'altro... - anf.. oh, davvero ti ringrazio allora! queste correnti possono essere proprio sfibranti!- esclamò mentre già correggeva il volo, stringendo in virata e librando le ali per dosare l'atterraggio e prendendo di mira un tratto affiorante della sua schiena serpentina, posandosi dolcemente su di essa e subito rilassando le alette stanche, cercò una posizione un pò stabile e per quanto possibile di sedersi dato il movimento comunque oscillatorio provocato dalle onde, bagnarsi non era un problema per lui poi, l'acqua fresca nel lambirgli le zampe non gli avrebbe dato fastidio, anzi il sollievo per le ali ora ripiegate sul dorso fu notevole, ed ascoltò di buon grado la richiesta.

    Fu sorpreso il draghetto nell'ascoltare di come quel drago sapesse dei suoi trascorsi, non risparmiò una certa perplessità nello sguardo, si ricordò poi delle rachin che lo avevano aiutato a fuggire per mare, e così annuì sapendo che anche lui aveva comunicato con loro - oh, già!... loro, mi hanno proprio aiutato... delfini?...- bene, aveva imparato dunque il loro nome, senz'altro li avrebbe ricordati per la loro intelligenza e mansuetudine.
    Il tono si fece più serio al parlare di Tindramir, Kirin ascoltò in silenzio per via dei trascorsi, ci fu un attimo di pausa quando quello descrisse di come sapeva bene il tipo di comportamento di quel dovarum, che permise a Kirin di esporre il suo pensiero - e così è così che si chiama?! tsk, meriterebbe proprio una lezione, si è permesso di considerarmi Rachin!- fece in tono più irritato e scuotendo la testa, poi quell'altro fece udire la sua richiesta, Kirin alzò gli occhi guardando i suoi, dapprima non percependo che una punta di qualcosa di strano, poi intuì dal comportamento del Water che quella calma e gentilezza nascondesse della rabbia, repressa, chiaro, ma questo attirò il giovane draghetto, che trovò poi pure la domanda in se abbastanza strana, non potè fare a meno di provare un brivido al sentire su di se quello sguardo improvvisamente quasi ostile... ma non verso di lui, lo sapeva... ciò non toglieva il disagio che provò, e che pur celandolo non potè del tutto rispondere in maniera naturale - ehm, si, be.. certo, mi ricordo di quel posto, ma.. non ho capito, a cosa ti serve saperlo, se lo conosci così bene non dovresti starne alla larga?... hm, comunque che c'entrano le sue uova ed i suoi cuccioli?- non si sentiva molto libero di rispondere a dir la verità, la situazione non gli piaceva più di tanto, e tutto aveva preso una piega poco gradevole, specie da così vicino, Kirin parve un pò confuso, l'istinto gli suggerì di alzarsi sulle zampe intanto
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    Il Water lasciò che Kirin si appoggiasse e aspettò paziente la risposta dopo aver annuito con il capo all'idea che il Flamingo meritasse una lezione.
    Evidentemente Kirin non era stato l'unico a cui aveva mancato di rispetto.
    - ehm, si, be.. certo, mi ricordo di quel posto, ma.. non ho capito, a cosa ti serve saperlo, se lo conosci così bene non dovresti starne alla larga?... hm, comunque che c'entrano le sue uova ed i suoi cuccioli? - Il grande drago marino si offese un po' a quelle parole, ma vedendo che Kirin si stava pure lui innervosendo si trattenne dal muoversi improvvisamente, anche perchè lo avrebbe fatto cadere.
    - Credi forse che non sia abbastanza forte per combatterlo? Abbastanza forte per fronteggiarlo e punirlo?? Tu stesso hai detto che merita una lezione, ebbene chi se non io che caccio nel mare che lui sorvola dovrei fermarlo?-
    Si rilassò e Kirin sentì sotto di s i muscoli che piano piano si distendevano e vide la membrana sui lati della testa abbassarsi e lisciarsi.
    - Ci siamo spartiti il territorio molto tempo fa... lui avrebbe cacciato lungo la costa e nel cielo ed io ovviamente in tutta la zona marina antistante. Invece quel traditore si è inoltrato dove non gli era concesso ed ha cacciato nella mia zona. Io sono un drago paziente e lo avrei anche tollerato se si fosse pentito, ma accadde qualcosa di più grave.
    Tindramir aveva attaccato e mangiato un grosso calamaro delle profondità che si era spinto in superficie, ma poi non potendone sollevare l'enorme mole lo aveva lasciato in acqua, incustodito e proprio sopra la caverna sottomarina, il mio rifugio dove la mia compagna accudiva le uova prossime alla schiusa.
    Quello scellerato ha attirato un enorme branco di squali, che forse tu non sai cosa sono, ma sono come grandi orsi voraci e veloci, terribilmente amanti dell'odore del sangue... hanno costretto la mia compagna alla fuga dopo molte ferite e i cuccioli sono stati uccisi proprio nel momento in cui mettevano la testa fuori dal guscio.
    - Il suo corpo tremava per la rabbia ed il dolore al solo raccontare tali sciagure e presto il Water immerse tutto il corpo sott'acqua tranne la testa e parte dove era posato Kirin, come nel cercare conforto nel suo elemento. I suoi grandi occhi tristi erano volti verso il basso e si specchiavano nel mare che non dorme mai.
    - Voglio potermi vendicare e sembra che nulla possa ferire i sui sentimenti, è un drago crudele, senza gioia, senza interesse per ciò che provano gli altri. Provocarlo lo renderebbe felice perchè gli si fornirebbe uno scontro, mentre esiliarlo lo può fare solo il nostro Guardiano, ma non è abbastanza per risarcire la mia perdita. Voglio le sue tre uova, anch'esse pronte a schiudersi, senza di esse io mi auguro che se ne andrà pieno di dolore come ora io sono. Ora dimmi dove lo posso trovare.-
    Il suo cuore pesante trasmetteva a Kirin le stesse emozioni che il Water provava, amplificate tramite il contatto mentale.
     
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    Kirin
    ci voleva, un pò di riposo vista la traversata era d'obbligo, tuttavia Kirin era anche teso per la circostanza, o almeno, il drago con cui stava parlando pareva serbare dentro di se qualcosa che da subito non piacque al Pigmy... la risposta vigorosa che seguì dal dragone blu fece per un momento credere al giovane che fosse un buon momento per spiccare il volo e fuggire, ma solo per un istante, poichè notò subito il rilassamento immediatamente successivo, ed anche se si era espresso un pò con forza continuava a non essere un pericolo... Kirin a ciò replicò -uh? no, non volevo dire questo...hm, immagino tu sia pure forte abbastanza, ecco...- specificò frettolosamente, si fermò poi dall'aggiungere altro poichè i suoi occhi azzurri si fermarono sui suoi, che però si spostarono andando verso il basso, e Kirin incuriosito fece silenzio notando il parziale inabissamento del drago, seguito poi dal suo racconto, ne restò rapito...

    Kirin restò mano a mano più sorpreso per ciò che udiva, non si sarebbe mai immaginato quei risvolti, solo ora sapeva qualcosa in più di quei due draghi, le loro famiglie, e quella tragedia... era vero, il Pigmy non aveva la minima idea di cosa fosse uno squalo, ma aveva già visto un orso, eccome! sapeva che anche alcuni del suo Clan di appartenenza ne erano stati vittima, perciò poteva immaginarsi la situazione, poco importava che fosse accaduto sott'acqua, fu toccato nel cuore, e dentro di se soffrì al pensiero di quello che dovevano aver passato, aver visto, Kirin piano piano mosse la testa, come scuotendola lentamente, deviò verso l'acqua con lo sguardo, mentre il cuore battendo più forte lo costrinse a respirare più velocemente, questo era anche dovuto alle forti emozioni che l'altro drago gli trasmetteva durante il racconto, ne provò la tristezza, il dolore per la perdita, anche la rabbia e la frustrazione... ma fu alla fine che Kirin alzò gli occhi trattenendo il respiro sentendo l'ondata di odio che il Water emanò parlando del suo desiderio di vendetta, da un certo punto di vista ne fu anche spaventato, o meglio, non avrebbe mai desiderato che tali sentimenti fossero rivolti verso di lui... tutto ciò era molto forte, ma anche Kirin aveva una coscienza, e così rispose:

    -... io.. non avrei mai immaginato... mi dispiace davvero, non è giusto quel che è successo, non è per niente giusto...- cominciò scuotendo il capo con una voce resa tremula dall'emozione, anche qualche mugolio gli sfuggì a motivo della tristezza per lui, continuò però -nessuno merita una cosa del genere.. mi spiace davvero tanto, non posso immaginare quanto sia doloroso perdere i propri cuccioli... proprio per questo...- si fermò, soffocando un pò l'ondata di sentimenti, schermandosi anche un pochino da tutto quel dolore che gli veniva trasmesso, almeno da poter parlare in maniera corretta, durante quelle parole ed il racconto si era messo più comodo, quasi sdraiato, ma ora si alzò ed anche se la tristezza non era scomparsa mostrò convinzione - ...proprio per questo non posso aiutarti nella tua vendetta, mi dispiace... davvero! ma, non posso proprio rendermi partecipe di una cosa simile... Tindramir è malvagio... e merita di pagare, ma non ti aiuterò ad uccidere i suoi cuccioli... mi dispiace- sulla fine distolse lo sguardo, a Kirin dispiaceva davvero non poterlo accontentare, ma ai suoi occhi quelle uova e quei piccoli non erano molto diversi da quelli per cui lui stesso stava rischiando la vita, o da quelli degli ember... a da quelli del Water, non potè fare a meno di trasmettere in quella comunicazione anche i propri sentimenti, il che dava prova della sua sincerità.
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    Kirin pur mostrando di capire il water non diede la risposta che egli sperava -...proprio per questo non posso aiutarti nella tua vendetta, mi dispiace... davvero! ma, non posso proprio rendermi partecipe di una cosa simile... Tindramir è malvagio... e merita di pagare, ma non ti aiuterò ad uccidere i suoi cuccioli... mi dispiace -
    Il Water sbuffò dell'acqua nebulizzata dalle narici ed agitò la coda sommersa creando piccoli vortici intorno a loro ed ombre scure minacciose.
    - Il tuo cuore è ancora capace di provare una forma di compassione che io invece ho dimenticato - sibilò in risposta il Water, immergendo improvvisamente le sue spire sotto il velo dell'acqua e togliendo il sostegno fisico a Kirin - Non mi vuoi aiutare ad avere la mia giusta vendetta, non vuoi che Tindramir se ne vada per il sollievo di tutti gli abitanti delle Isole di Fuoco e sarai TU responsabile per tutti i prossimi cuccioli che il Flamingo ucciderà nel mio territorio a causa della sua noncuranza!!! - Il tono profondo e terribile come gli abissi oscuri di un mare in tempesta scossero Kirin che vide il cielo rannuvolarsi sopra di lui, come a suggellare le parole del Water.
    - Io Ocreanos ti maledico piccolo Pigmy straniero, che tu non possa mai trovare nulla a te caro in queste isole, nè tanto meno entrarvi in possesso. Ti nego il mio aiuto e la mia protezione nel momento in cui sarai più solo e disperato, esattamente come lo sono io ora. Ora vattene e non farti più vedere sulle mie distese d'acqua!-
    Si inabissò tra gorghi di bianca spuma, sparendo rapido alla vista così com'era venuto e lasciandosi dietro una scia di rancore e sofferenza che era quasi tangibile per un drago capace di espandere la propria coscienza e la propria anima. Il cielo intanto passava dal grigio scuro al nero e poi al violaceo, nubi di tempesta facevano alzare i marosi talmente alti che se Kirin non li avesse schivati sarebbe stato trascinato in acqua. Le onde si infrangevano senza sosta, tra loro, nel mare, sugli scogli vicini.
    Il rombo del tuono suonò tre volte, ma un solo terribile fulmine illuminò il cielo, impreziosendolo come una corona d'argento dalle mille punte per pochi istanti.
    Il vento soffiava fortissimo, portando con sè schiuma e schizzi d'acqua salata che bruciava gli occhi e rendeva l'aria grigia e fredda. La terra però per fortuna non era lontana e la vegetazione della costa si poteva già distinguere, tirata anch'essa dal vento contrario, frustava l'aria impotente.

    Edited by Zaphira Serafine - 29/7/2014, 13:54
     
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    Kirin
    di colpo Kirin potè notare il cambio nell'aria, nella tensione dell'aria, nello spirito del Water, o quanto meno in ciò che la sua coscienza trasmetteva nella loro comunicazione, voltando lo sguardo lo posò attorno, e trovò di che preoccuparsi alla vista di piccoli gorghi e dell'agitarsi dell'altro, lo vide sbuffare, e si trovò a fissarlo negli occhi quando questo gli sibilò la sua risposta, a quel punto anche il sostegno su cui stava fino ad un attimo fa venne meno, ebbe il tempo di rendersene conto e così con un'occhiata in basso spiegò le alette e si librò per non finire in acqua, restando sospeso li ad ascoltare il seguito -uh oh...- e dentro di se pensava "cavoli, non è per niente bello questo..." un pò allarmato... ma il peggio doveva ancora venire.
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    Non mi vuoi aiutare ad avere la mia giusta vendetta, non vuoi che Tindramir se ne vada per il sollievo di tutti gli abitanti delle Isole di Fuoco e sarai TU responsabile per tutti i prossimi cuccioli che il Flamingo ucciderà nel mio territorio a causa della sua noncuranza!!

    e...
    CITAZIONE
    - Io Ocreanos ti maledico piccolo Pigmy straniero, che tu non possa mai trovare nulla a te caro in queste isole, nè tanto meno entrarvi in possesso. Ti nego il mio aiuto e la mia protezione nel momento in cui sarai più solo e disperato, esattamente come lo sono io ora. Ora vattene e non farti più vedere sulle mie distese d'acqua!-

    Kirin a quelle parole deglutì a vuoto, con lo sguardo inchiodato nell'altrui e anche abbastanza preoccupato a motivo del suo tono profondo, del suo rancore e dell'improvviso annuvolarsi del cielo, sapeva che non gli era affatto piaciuta la sua risposta, in più Kirin venne cacciato, come un pericoloso straniero, dal suo territorio, e quando lo vide inabissarsi con quell'aria terribile, quella sofferenza che ferì il cuore del piccolo Pigmy come stesse provando lui quelle emozioni, si ritrovò solo in men che non si dica, a svolazzare sulle acque -.. mi dispiace...- disse quasi fra se, incerto, restò alcuni secondi con gli occhi azzurri persi nel mare in cui si era appena immerso Ocreanos... si sentiva tremendamente in colpa, una parte di lui avrebbe voluto dirgli tutto, tuttavia sapeva in cuor suo che non sarebbe stato giusto, o quantomeno... Kirin in quel momento non ne fu più completamente sicuro "hn.. forse ho fatto un pasticcio...".

    La successiva cosa degna di attenzione fu il clima, Kirin si riscosse percependo un vento diverso, una folata arrivò alle sue narici e gli fece percepire odore di ozono, quando alzò gli occhi notò lo scurirsi del cielo, ora era divenuto plumbeo e carico di cattivi auspici, la luce diminuì, l'aria crebbe al punto di sollevare ben presto onde sempre più alte, Kirin dovette per forza alzarsi in volo per non venire coinvolto dai flutti, sentì presto tornare il familiare dolore ai muscoli alari, seppur ridotto, nel momento in cui le folate di vento si fecero più robuste, subito lui cercò di guadagnare quota, prendendo a volare verso la costa, ma non era così facile e la fatica si fece sentire, a denti stretti dovette procedere contro lo stormire del vento, il quale lo sballottava facilmente impedendogli un volo stabile... Fulmini poi, e quando il vento si mise davvero a fare sul serio per poco una folata non lo fece cadere, un momento si inarcò come sollevato dalle ali in una folata, per poi ricardere, e dover sbattere le ali per poter riguadagnare il perduto - accidenti! questa è una tempesta! gnf.. devo arrivare a terra...- e così il draghetto giallo irrigidì i muscoli delle ali per contrastare la forza che ogni tanto provava a sbalzarlo, facendo gli ultimi sforzi per raggiungere la terra ferma, intanto che si avvicinava già con lo sguardo cercava tutti gli anfratti che le rocce potevano offrire a terra come possibili rifugi, pareva proprio che si sarebbe pure messo a piovere... e gli serviva un posto sicuro.

    Perciò superò non senza difficoltà le raffiche di vento di forza crescente, vedeva la vegetazione sbattuta e sferzata violentemente, quando arrivò a sorvolare la linea rocciosa della costa le sue ali erano distrutte almeno quanto lo erano prima del suo precedente riposo, se non di più, ed oramai l'aria cominciava a portarselo un pò dove voleva, deviando la sua rotta prima di spanne, poi di metri - gnn basta non ce la faccio più..- e così scese, planò più o meno bene, atterrando con le zampe su una roccia più grande a circa un centinaio di metri dall'acqua, un pò sopraelevata, scivolò mentre vi si posava non proprio aggraziato come al solito e subito gli occhi faticavano a restare aperti per via dell'acqua salmastra che vi si fiondava ora che era sceso a terra, rapidamente si guardò attorno ma tutto ciò che trovò furono sassi, così camminò abbastanza ostacolato dalle intemperie ed un pò a naso.
    Fu una decina di metri più in la che praticamente si imbattè in un buco, creato dallo spazio fra due sassi adiacenti che formavano una cavità al riparo dal vento, lui senza farsi problemi vi si infilò, piegando la schiena per passare, ed ecco, una volta all'interno si inoltrò scendendo un pò, trovando che un pò si allargava, ebbe fortuna, e così raggiunto l'angolo meno umido e bersagliato da spifferi si sdraiò... correzione, crollò a terra spossato fisicamente ed esausto mentalmente per l'accaduto, poggiò la testa sulle zampe anteriori accovacciandosi ed avvicinando la coda al muso, le ali ripiegate sul dorso e gli occhi ancora aperti fissi sull'uscita "anf... che giornata... che stanchezza... mi domando se ho preso la decisione giusta..."
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    Edited by rikkenergy - 29/7/2014, 17:59
     
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    Il vento gelido penetrava fin dentro le ossa e rombava a pochi metri dal rifugio improvvisato. Kirin si rannicchiò su se stesso cercando di scaldarsi e potè notare con sollievo che il terreno sotto di sè era piuttosto caldo: probabilmente una vena di lava e magma scorreva vicina alla superficie per poi sfociare nel mare.
    I grossi sassi tra cui si era riparato erano internamente coperti di morbido muschio, ed anche se lo spazio era angust Kirin non potè tenere a lungo gli occhi aperti. Sfinito si addormentò là dov'era, sia per riposare sia per ignorare i morsi della fame.

    Quando riaprì gli occhi la tempesta era calata, il sole era tornato ma era grigio e coperto dalle nubi sulfuree, si distingueva a mala pena nel cielo pallido e smunto. Intorno al rifugio non vi sembrava esserci alcuna presenza di altri draghi, ma un piccolo branco di capre selvatiche passava da una roccia porosa all'altra brucando l'erba secca.
    Una polla d'acqua lasciata dal temporale rifletteva il cielo biancastro, mostrando che nulla sorvolava la zona, nè Kirin sentì pressioni mentali che si sforzavano di cercare altre forme di vita.
    Era partito all'alba ed ora era primo pomeriggio, la mattinata era già volata, ma restavano ancora diverse ore di luce.

    sei vicino agli ember, dove ci sono quei fiumiciattoli di lava.
     
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    Kirin sentiva l'ululare del vento, anche se era abituato ad un rumore diverso dato che qui dov'era ora di alberi se ve n'erano di certo non erano come quelli delle foreste in cui abitava, perciò sulla roccia nuda e cruda tutto pareva un po' diverso, era grato di aver trovato almeno un posto in cui non sentirsi quel ventaccio passarlo da parte a parte momenti, lo spazio era poco, ma almeno era relativamente comodo, e potè ricavare un pò di calore, l'unica nota di verde li dentro era il muschio che non mancava... il draghetto non aveva l'idea di addormentarsi poi, voleva solo riposare, tuttavia le palpebre si chiusero senza chiedergli il permesso, e ben presto la stanchezza prese il sopravvento, e quando provò a ribellarsi fu la sensazione di vuoto allo stomaco a convincerlo del tutto, perciò dormì.

    Quando si svegliò tutto era più calmo, il vento non artigliava più le rocce come prima, Kirin sbattè le palpebre un pelo intontito, ma era abbastanza in se da sollevare la testa e guardare fuori -uh.. è passata?- si domandò prima di muovere le membra un pò rattrappite verso l'uscita, a sbirciare fuori col muso senza esporsi, ecco pareva di si, o almeno, era tornata un pò di luce, il vento non era più violento, passò qualche secondo a contemplare il tutto, il mare più calmo, non sembrava nemmeno che ci fossero draghi nei paraggi, o almeno non coscienze in ricognizione.
    Fu perciò con calma che il draghetto giallo uscì dalla tana di fortuna, colse l'occasione per sgranchirsi le zampe e le ali, sbadigliando alla fine -uah.. meno male, è ancora giorno, forza! dimentica quel che è successo e va avanti- si disse scrollando la testa così da svegliarsi totalmente, e quindi [growl...] ah si, fame giusto... Kirin non aveva mangiato da... un bel pò, e bere un pò non gli avrebbe fatto nemmeno male, mentre si muoveva per raggiungere il bordo della roccia su cui stava si accorse del movimento e dei rumori che più in la stavano facendo un branco di Rachin, sembrava che stessero mangiando l'erba che cresceva fra i sassi disordinati della costa brulla, Kirin si appiattì subito "uh... quelle le ho già viste! però a casa erano diverse..." commentò fra se, era piuttosto contento di quella scoperta, iniziò subito ad adocchiarne una di quel gruppo che non fosse troppo vicina alle altre, inoltre prese nota mentalmente della direzione in cui soffiava il vento, e quindi prese a muoversi prestando soprattutto attenzione a non fare rumore ed a girare attorno al piccolo gruppo dalla parte in cui l'aria non avrebbe portato il suo odore alle loro narici.
    Kirin si mosse quindi quatto quatto, passando da un sasso all'altro e sfruttando le irregolarità per nascondersi mentre si avvicinava, occhi azzurri fissi sulla più vicina, e poi tanta attenzione a non farsi sfuggire quest'occasione.

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    Edited by rikkenergy - 18/8/2014, 00:36
     
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    La Rachin non si accorse del predatore e continuò a brucare l'erba inconsapevole, imitata dai suoi simili. alcuni uccelli marini zampettavano tra di loro lanciando acute strida e becchettandosi in continuazione. Kirin le aggirò muovendosi di soppitto e strisciando ventre a terra per mimetizzarsi il più possibile con la vegetazione secca e stopposa della zona.
    Gli artigli affondavano nella terra arida e sabbiosa, infilandosi sotto le squame ed attutendo il passo di chi vi camminava sopra. Una nuvola passò sopra di loro, mescolando le ombre sul terreno e facendo correre un brivido sulla schiena ai presenti.
    Due uccelli mentre litigavano prendendosi a beccate rotolarono verso Kirin, inciampando giù per la collinetta e fermandosi a un metro da lui. Con gran strepito e battito d'ali ripresero il volo, allontanandosi.
    Le Rachin però erano abituate ai loro schiamazzi e non fuggirono. Rimasero tuttavia con la testa alzata per qualche secondo, mentre i loro vuoti occhi sporgenti si guardavano intorno con circospezione.
     
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    Kirin

    Kirin era giovane e non era un cacciatore così esperto, ma aveva imparato le basi da suo padre, non doveva fare rumore, ne doveva farsi vedere fino al momento giusto, il vento poteva essere suo amico, o suo nemico a seconda di come lui l'avesse preso, inoltre la natura stessa poteva offrirgli vantaggi se solo ragionava prima di agire, era sempre stato un tipo impulsivo, e le prime volte si limitava a dare il massimo con i suoi muscoli scattanti e veloci, facendosi sfuggire molte volte la sua preda, Keredav dovette far fronte al suo temperamento vivace, ma alla fine gli insegnò bene, in più Kirin non era così sprovveduto come il suo carattere dava a pensare, perciò volendo riuscire a mangiare qualcosa si impegnò per essere quanto più silenzioso e invisibile che potè, essendo piccolo e facendosi piccolo strisciando sul terreno spoglio riuscì a portarsi in un'ottima posizione, poteva vedere anche alcuni di quegli stupidi volatili becchettare il loro nutrimento, ed un paio litigare fra loro per accaparrarsi qualcosa, il draghetto giallo era concentrato però non sul loro starnazzamento, quanto piuttosto sulla sua Rachin, come a dargli un buon auspicio la zona si trovò più in ombra in quel momento, una nuvola doveva coprire i raggi del sole, ed infatti oscurandosi il terreno anche la temperatura scese lievemente, facendogli percepire un lieve brivido... ma nulla che potesse deconcentrarlo.
    In quel momento poi quei due uccelli senza farlo apposta gli si avvicinarono nel loro azzuffarsi e beccarsi, ma subito dovettero notarlo, almeno dai loro versi improvvisi e dalla loro rapida fuga ad ali sbatacchianti...
    "stupidi piumati fastidiosi! ts.. continuano a darmi contro.." a pensarci si irritò pensando all'accaduto in mezzo ai fiori gialli e profumati quando si rifugiò dal flamingo... Kirin si immobilizzò trattenendo anche il respiro all'istintivo allarme della capre, considerato che la Rachin più vicina era sopra a quella collinetta in quel frangente escluse di attaccare direttamente, però qui gli venne fornita la sua occasione, infatti cambiando subito idea sollevò leggermente la testa, in qualche attimo per cercare con le iridi azzurre lo sguardo della capra più vicina e visibile, come riuscì ad intercettarlo si concentrò e la sua mente scattò, si corrugò il suo sguardo mentre con decisione usò la sua coscienza per invadere ed attaccare la debole mente della Rachin, Kirin si sentiva sempre più sicuro e confidente negli attacchi mentali quando poteva incrociare lo sguardo della vittima, lo aiutava a concentrarsi sulla coscienza avversa... cercò quindi, escludendo tutto il resto, di focalizzare la propria forza mentale come una lancia per penetrare la mente della Rachin, non profuse troppa energia, prevedendo già di dover comunque supportare subito dopo quell'attacco con un assalto fisico, perciò si sollevò da terra leggermente, quel pò che bastava per avere i muscoli delle zampe pronti, e le ali distese orizzontalmente, per essere subito pronto alla reazione della capra, aspettandosi che sarebbe stata confusa e precipitosa... poteva anche cadere giù dalla collinetta se gli fosse andata pure bene...

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    La capra stramazzò al suolo scalciando, gli occhi incrociati ed incapace di rialzarsi, presa com'era dalle convulsioni. La maggior parte del branco restante scappò terrorizzato, tranne un ariete piuttosto grosso che si mise a raspare il terreno e a caricare in direzione di Kirin. Arrivò con la sua rincorsa fino quasi a scontrarvisi, ma poi raggelò nel vedere che era un drago il suo avversario. Scuotendo violentemente la testa e le corna provò ad intimorirlo, mentre gli zoccoli scalciavano in aria come per tenere lontano un serpente.
    Il suo basso verso era fastidioso e tonante, ma se non altro bisognava dargli atto per il suo coraggio visto che tutto di lui emanava paura: il suo odore, lo sguardo dilatato e la coscienza che non sapeva come proteggere.
    Gli uccelli fastidiosi erano spariti anch'essi, diretti verso il mare, nella stessa direzione che Kirin avrebbe dovuto intraprendere per raggiungere l'isola dei fiori velenosi. Non sarebbe stato male se Dorum lo avesse accompagnato... tuttavia era decisamente improbabile che un drago anziano come quel saggio Red si potesse disturbare per azioni di così poco conto. A ben pensarci era già stato un colpo di fortuna che lo avesse soccorso la prima volta.

    L'ariete non è un avversario, decidi tu cosa fare tranquillamente. Descrivi pure fino al momento in cui riparti dopo esserti nutrito e arrivi a metà strada tra l'isola principale e quella dei fiori. In questa mappa la x nera in mezzo al mare indica dove hai trovato il Water, invece il quadratino nero poco sopra se tu in questo momento:
     
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    Kirin
    forse Kirin si aspettava una coscienza più forte, poichè il suo attacco mentale fece crollare a terra la capra in preda ai tremori e totalmente in balia sua ed impossibilitata a reagire, il draghetto giallo non si scompose nel vederla soffrire e dibattersi o dallo scalpitio degli altri suoi simili in fuga, lasciò perdere le altre capre, anche perchè aveva ciò che voleva, ma l'ariete non l'aveva minimamente calcolato, voltò la testa di scatto nel vederlo caricare... ma come vide le fattezze di Kirin si spaventò evidentemente, rampando e scalciando mentre emetteva i suoi versi come per scacciarlo, solo per quell'attimo Kirin si era preoccupato di essere attaccato, subito dopo aver visto la reazione altrui non esitò a reagire a tono -vai con le altre Rachin!- rispondendo con i propri versi, ringhiando e soffiando contro il maschio in maniera minacciosa, così da spaventarlo, stando basso e proteso in avanti si mosse lentamente verso di lui facendo attenzione a stare a distanza dagli zoccoli, sentiva l'odore della sua paura, lo vedeva nel suo sguardo, ma era coraggiosa per essere Rachin... perciò non l'avrebbe uccisa inutilmente, l'unica cosa che gli serviva era spavantarla... perciò snudando i denti inspirò, scattando poi con il capo per lanciare prima un soffio infuocato, basso e non tanto grande, ma improvviso, lambendo l'erba a terra e facendo indietreggiare l'ariete di alcuni zoccoli, al successivo passo deciso da parte sua, con annessa fiammata l'animale perse la sua ostinazione e si decise a dar ascolto a ciò che la paura gli suggeriva e così a fuggire, andando nella stessa direzione dove aveva visto correre le altre capre... Kirin smorzò dunque il suo atteggiamento ostile, e tornò indietro, sollevando il capo mentre pensava "questa dovrebbe bastarmi... mi aspetta un viaggio stancante" fissò lo sguardo sulla capra che ancora era a terra, confusa e sofferente nella sua coscienza, Kirin facendo attenzione a non farsi colpire dai suoi zoccoli visto che ancora si contorceva si affrettò a porre fine alle sue sofferenze... al momento giusto scattò in avanti schiudendo le piccole (si fa per dire) fauci e serrandole sul collo della vittima, facendo presa con le zampe anteriori sul fianco e sul lato della testa della stessa, facendo forza... e sebbene la Rachin sussultò per resistere, il draghetto giallo con uno scatto deciso e stringendo i denti con forza spezzò il collo della Rachin... ed essa cessò di muoversi, le sue membra si rilassarono, e lui, dopo essersi guardato intorno, ed essersi assicurato che nessun predatore fosse in agguato anche per lui, allora iniziò a nutrirsi.

    Era da un pò che non mangiava Kirin, e le gemme per quanto ridessero parte delle energie spese non potevano sostituire il cibo fisico, le Rachin... il draghetto giallo dopo aver aperto il ventre della capra sfortunata iniziò a sventrarla, e cercando di fare abbastanza in fretta cominciò a sbranare le parti muscolari che interessavano la cassa toracica, allargando mano a mano l'apertura insanguinata da cui strappava la carne... ovviamente le zampe anteriori ed il muso si imbrattarono di sangue, come naturale che avvenga, non che provasse piacere nell'uccisione della propria preda in se, semplicemente gli serviva, e perciò lo faceva come qualcosa di perfettamente normale, esulava poi, il discorso del piacere dato dall'adrenalina dell'andare a caccia, ovviamente.
    Kirin da subito si sentì meglio nel masticare la carne fresca, infatti fu con gusto che la divorò, anche grato di averne trovata, poichè aveva capito che none era un ambiente in cui era semplice procacciarsi il cibo quello... e la competizione era molta, perciò quando percepì un cambiamento nell'aria, una leggera folata risollevò la testa, facendo saettare lo sguardo delle iridi azzurre a destra e a sinistra, non scorgendo alcun pericolo comunque, meglio fare attenzione, la carcassa avrebbe di certo attirato qualcuno prima o poi, ed era anche meglio fare in fretta, dunque tornò rapidamente a staccare altre fasce muscolari dalla capra morta.

    Una volta che si sentì rifocillato a sufficienza per un pò si separò dall'animale, ormai divelto e consumato, anche se non completamente, aveva fame comunque, e sarebbe potuto sembrare benissimo l'attacco di un lupo -ah, ci voleva davvero! ora posso ripartire- fece piuttosto di buon umore... e sporco di sangue fin sotto gli occhi, trottò fino alla sporgenza della collinetta, dove vedeva e sentiva il mare infrangersi con le sue onde sugli scogli e sulle colate solidificate, la brezza costante accarezzava le sue scaglie e lui senza fermarsi svolazzò giù dal pendio così da raggiungere l'acqua, per quanto gli piacesse la carne di capra e delle sue prede, il gusto del sangue ed il suo odore non li gradiva addosso a fine pasto -ma prima...-... e non essendo sprovveduto, sapeva bene quanto fosse meglio liberarsi dell'odore di una Rachin così invitante da addosso, perciò avvicinatosi all'acqua vi immerse le zampe, avanzando solo un pò per sciacquarsi, immergendo anche più volte la testa, non bevve per ovvie ragioni, ma almeno le sue scaglie tornarono gialle splendenti.

    A quel punto fu il momento di mettersi in viaggio -bene, non preoccupatevi Hizara, Jarad, tornerò a liberarvi, resistete ancora un pò...- disse ammirando l'orizzonte che si stendeva nella direzione in cui sapeva trovarsi l'isola dove abitava Sora, e quell'umano... sembrava deciso, poi spostò gli occhi sulla prossima meta, e spingendosi dalla ghiaia del fondale aprì le ali tendendole e prendendo velocemente quota mentre si spingeva rapidamente oltre i primi metri di costa... diretto verso est.
    Una volta salito a cento... duecento metri di altezza la spiaggia se l'era lasciata alle spalle, e sotto di lui si stagliava il maestoso mare, nel posarvi lo sguardo pensoso riflettè su cosa sarebbe accaduto se avesse reincontrato Ocreanos, o peggio, il suo nemico... non voleva dedicarvi più dell'attenzione dovuta, anche perchè non aveva una missione facile, perciò si costrinse alla fine dopo aver scosso il capo a guardare l'orizzonte, mentre pur andando ad una buona velocità, non spinse oltre il necessario per non sprecare troppe energie, gli sarebbero servite per il ritorno... passarono i minuti, si accumularono, fino a che intorno a lui non vedeva che acqua, sapeva che doveva essere a buon punto, e che presto avrebbe avvistato l'isola vulcanica... come la prima volta, tranne che ora era preparato, o meglio, sperava che oltre ai golem e quei fiori velenosi non si celassero altri pericoli... lo sperava proprio.

    grazie :) bella mappa

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    L'aria salmastra era fresca e pungeva il muso di ogni drago che sfruttava le sue correnti per attraversare quello stretto. Il mare era liscio e luccicante sotto di lui e si increspava in piccole onde che mandavano bagliori bianchi rifrangendosi. Un tuono forte e vigoroso interruppe bruscamente il tranquillo volo di Kirin, seguito da un fulmine proveniente da nord. Grandi nuvole nere si addensavano in cielo, mandando bagliori sinistri man mano che coprivano lo stretto. Il Vento prese a soffiare con forza verso sud, verso l'isola di Sora, portando con se quelle minacce di tempesta. L'acqua prese ad agitarsi e nel giro di qualche decina di minuti le onde che spezzavano la superficie si erano fatte alte ed agitate e si scontravano con gran rumore come cavalli imbizzarriti.
    Tra di esse un lungo corpo sinuoso color zaffiro cominciò ad affiorare a tratti, mostrando grandi scaglie e pinne. Tra la spumeggiante schiuma riapparve Ocreanos che puntò i suoi occhi arrabbiati contro Kirin. - Che le Isole di Fuoco ti rispediscano indietro con violenza, pigmy! Così saprai cosa vuol dire vedersi negata l'unica cosa a cui tieni! -
    Come ad ascoltarlo, o forse proprio in seguito alla magia di quel potente ed antico drago la tempesta si infittì e la pioggia prese a battere fortissimo. Bisognava stare lontani dalle onde per non farsi travolgere dalle loro cime spumose! Sembravano montagne che crollavano e rinascevano senza sosta. I fulmini ed i tuoni erano talmente frequenti che gli occhi bruciavano per improvvisi cambi di luce, ma almeno la direzione da seguire restava chiara. Sarebbe stato difficile mantenere la rotta contro quel vento forte ed impetuoso, tuttavia.
    Kirin con grande sforzo cercò di mantenere la rotta e tenersi lontano dalle onde, mentre la burrasca portava via con sè anche le forze che aveva appena riacquistato. Per fortuna si era nutrito prima di partire, o il suo corpo stanco era improbabile che ce l'avrebbe fatta. Una macchia scura si allargò quasi all'improvviso sotto di lui: terra finalmente! Nel grigio velo della pioggia poteva anche intravedere i bagliori rossi del vulcano dell'isola: esso era molto più a nord... questo voleva dire che le correnti lo avevano spinto al margine sud più estremo dell'Isola dei fiori.
    La pioggia nell'entroterra era meno pressante e così le correnti sembravano placarsi, ma la visibilità era comunque molto scarsa e la pioggia mischiandosi alle polveri presenti nell'aria rendeva spiacevole restare all'aperto perchè si addensava una melma grigiastra tre le squame e e sulle ali.
     
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    Kirin
    la traversata era godibile, Kirin silenziosamente poteva sfruttare le correnti d'aria per sorvolare il mare increspato da onde leggere, ed anche se monotono, non era poi un cattivo panorama, riguardo ad ognuna delle cose straordinarie che aveva visto nelle isole di fuoco, chissà che avrebbero detto Keredav ed i suoi fratelli all'udire i suoi racconti... ah, e l'avventura era appena cominciata poi, sicuramente non avrebbe smesso di capitargli cose strane, la sua mente viaggiò, si increspò un sorriso sul suo musetto giallo, pensando a casa e al muso che avrebbero fatto ad un suo eventuale ritorno, quando anche solo gli avrebbe detto della vicenda con gli Ember -brr..- subito un brivido lo fece fremere in volo, e dando due colpi d'ala ripristinò la planata, ripensare a quei draghi spaventosi, gentili... ma che paura.
    Un improvviso fulmine in cielo, dalla sua sinistra lo colse distratto, facendolo sbigottire per la cosa improvvisa -wah!- guardò verso nord, e notò le nubi, cariche di tempesta e scure -di nuovo?- di domandò sorpreso, e non positivamente, sbuffò percependo l'odore di tempesta, e sentire anche un certo tendersi da parte del vento, che in breve capì stesse portando a lui quel temporale... unica cosa, c'era da non molto stata una tempesta, ed ora che si era calmata, ne arrivava un'altra?! era quanto mai strano.
    Presto Kirin dovette far fronte alle condizioni avverse, il vento si rafforzò, cercando di buttarlo verso sud, così che doveva procedere facendo più sforzo, non più planando comodo, ma dovendo sbattere le ali piegato in virata per continuare a volare dritto, sobbalzando comunque a motivo dell'imprevedibilità dei colpi di vento, intorno a lui i bagliori di fulmini e rombi lontani facevano da sfondo, assieme all'immancabile agitarsi del mare, che riempiva col suo rumore fragoroso il paesaggio, che ora era più ricco di spuma. Mentre si premurava di tenersi in quota vista l'altezza delle onde, ecco potè vedere una grande figura serpentiforme muoversi nelle acque, la distinse poichè perfino più scura delle acque profonde al di sotto, restò a bocca aperta constatando le spire draconiche maestosamente affiorare dal mare, sapendo chi fosse, ed avendone conferma quando comparve il drago marino, raggelò sapendo che l'aveva notato, un'altra maledizione, era furioso, e con la sua furia il mare ed il cielo peggiorarono -Ocreanos!... ugh, è lui a far questo?!- esclamò allarmato, se la tempesta era opera sua c'era da preoccuparsi, non c'era altra spiegazione, proprio in quel momento la pioggia cadde dal cielo come poche volte aveva visto in vita sua, divenne ancor più difficile stare su, e traballando a causa dei forti venti fu anche costretto a scendere di quota per subire meno la loro furia, tuttavia, anche di sotto, non era sicuro stare troppo vicini al mare ed alle sue alte onde minacciose, che in un attimo avrebbero potuto inghiottirlo se non fosse stato attento -gnn.. cavolo questo è un problema!- si stava preoccupando in effetti... meno male però, nonostante gli occhi semichiusi e costantemente innaffiati da bruciante acqua salmastra, sotto il costante brillio da parte di quell'orchestra di fulmini tonanti e paurosi, riuscì ad accorgersi dell'unica macchia scura ed immobile nel paesaggio dietro a quel muro di pioggia -anf.. uh uh! terra! finalmente, dai ci sono quasi! con una certa fretta sbattè ancora le ali, che comunque dolevano e sentiva stanche, come anche il resto, se non si fosse riposato Ocreanos l'avrebbe probabilmente ucciso, ed il timore di essere ancora in tempo per lasciarci le scaglie lo spinse a sforzarsi vincendo la fatica, ignorando il fastidio che presto cominciò a sentire quando la pioggia cambiò consistenza, imbrattandolo di quella melma più densa dovuta alle ceneri del vulcano presente sull'isola "uh.. perchè è così a nord... accidenti a lui, non sono dove dovrei essere.." constatò la rotta deviata, e poi cercò da subito di scendere una volta raggiunto l'entroterra, era salvo... almeno per quanto riguardava il mare.
    Ma non voleva ancora scendere a terra, si tenne a qualche decina di metri, cambiando rotta leggermente virò verso nord, doveva dirigersi verso il centro dell'isola se voleva trovare quel che gli serviva, era stanco, ma non se la sentiva di atterrare con quei golem in giro, forse quando quella tempesta sarebbe cessata, e la visibilità sarebbe stata migliore, intanto si concentrò con lo sguardo per guardare sotto di se, la presenza di fiori, golem, o altre creature, alzando gli occhi di tanto in tanto verso il rosso bagliore del vulcano che faceva da ottimo punto di riferimento, solo una volta girò la testa, verso il mare da cui era arrivato "Ocreanos.. mi spiace, forse me lo meritavo tutto questo..." ed assumendo un'espressione dispiaciuta, guardando giù per un momento, ritornò a guardare avanti a se
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    La pioggia continuò a scendere, ma con intensità minore rispetto a quando Kirin era in mare aperto. Il giovane drago si diresse testardo verso la sua meta e volò ancora per circa un'ora e mezza. Le ali però dopo una traversata del genere non potevano essere rilassate come quelle di un Tsunami o di un Waverunner, avevano un'estensione troppo piccola per reggere lunghi viaggi in mare.
    Ora i muscoli tremavano per lo sforzo, ma Kirin ancora non voleva atterrare sul'isola insidiosa.
    Sotto di se vedeva molta vegetazione, quasi tropicale. L' isola evidentemente era la più rigogliosa e fertile. Più si avvicinava al suo centro e più alberi e liane si infittivano, ma solo se erano lontani da fiumi di lava. Attorno ad essi infatti crescevano al massimo duri arbusti di un vivido colore arancione e il terreno era annerito e bruciato.
    Ma erano i golem a preoccupare maggiormente Kirin. E li vide dall'alto. Notò che intorno ad essi era sempre pieno dei fiori che andava cercando, crescevano rigogliosi come non mai.
    In un momento di tranquillità vide un gruppo di 3 cervi avvicinarsi ai fiori e cominciare a brucarli. Subito le Rachin caddero a terra svenute e tremanti e i Golem si attivarono per dare loro il colpo di grazia. Con Sorpresa di Kirin i Golem si mangiarono anche i cadaveri dei cervi, facendoli a pezzi dopo averli uccisi, e poi ritornarono nella lo posizione immobile, facilmente scambiabili per rocce.
    Andando avanti con il viaggio per un'altra mezz'ora gli occhi caddero su un diverso gruppo di Golem e Kirin prestò attenzione anche questa volta: fu così che vide un corvo posarsi sul capo di uno di essi e restare lì indisturbato perchè il Golem lo ignorò totalmente.
    Bisognava capire cosa attivasse i Golem di preciso, ma prima di tutto bisognava atterrare e recuperare il fiato, magari trovare una sorgente per rifrescarsi la gola riarsa dalla fatica.
     
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