[Missione] Sulla via della saggezza.

• Mijix •
Subito i grifoni si mostrarono al gruppo. Malok spuntò alla testa di un gruppo di altri 10.
-Stavamo giusto per partire, un piccolo gruppetto è partito in anticipo per ogni evenienza, ora non ci resta che raggiungerli. Siete arrivati davvero per un pelo. La sua espressione era gelida e di sfida verso i due pink, Hiroben e Heartloro.
- Ebbene? Non avete nulla da dire?-
Il momento delle scuse. I nervi di Mijix erano tesi come le corde di un violino, in attesa della risposta dei due. Sapeva benissimo che i draghi erano orgogliosi, e secondo lui non avrebbero chiesto scusa tanto facilmente. Ma, per sua sorpresa, non fu così.
- Siamo qui per aiutarvi a cacciare un nemico comune, non per porvi più omaggi di quel che meritate.-
- Stai attento a come parli, Pink. Voi ci avete attaccato per primi.-
- Si ma in seguito ad un inganno!-
Heartloro intervenì opponendosi anche a Hiroben.
- Hanno ragione loro. Vi porgo le nostre scuse. Il fato fu clemente nell'evitare perdite sia per noi che per voi.-
Hiroben, indignato e irritato prese il volo e li aspettò in cielo, pronto a partire.
Sembrava risolto. Senza tante storie il pink si era scusato con Malok e ora tutti quanti stavano in volo alla volta della collina ventosa. Anche durante questo volo, Mijix leggermente in disparte non parlò. Era solo con i suoi pensieri riguardanti ciò che lo aspettava sul quel colle. Avrebbe dovuto andare lì a sterminare mutaforma. Non era d'accordo e la sua natura si ribellava a ciò. Tuttavia non c'erano molte altre soluzioni per far convivere grifoni e draghi e i Mutraris, che, a quanto gli era sembrato, non erano Sharam dediti all'ascolto e alla comunicazione pacifica... poi un pensiero gli balenò in testa. Come avrebbero fatto i grifoni, i draghi, a riconoscersi in caso un mutaforma avesse preso le loro sembianze? Avrebbero rischiato solo di uccidersi a vicenda nel dubbio, come era successo a Mijix dopo lo scontro del giorno prima. La lotta si sarebbe trasformata in un macello. Serviva un riconoscimento, qualcosa che distinguesse i Mutraris dagli altri. Mentre ci pensava su e mentre mancava ormai pochissimo alla destinazione, un pink, con un ruggito di stupore attirò l'attenzione di tutto il gruppo. Era la femmina, e una pianta, ramo, radice, un qualcosa che Mijix non riuscì a definire, se la stava portando a terra, avvolgendola per la zampa. Quello era un albero, un albero spaventoso dal colore viola scuro, foglie grigie e vene rosse e nere. Inoltre sui rami erano cresciuti dei funghi dalla quale usciva un fumo nero e puzzolente.
La pink era trascinata fino a terra, dove anche le radici iniziavano a stritolarla, senza che la sua preda potesse fare nulla per liberarsi. Mijix stava per scendere in picchiata, ma altri rami salirono da quella pianta infernale verso il gruppo. Per fortuna nessuno fu preso o ferito, ma la Pink doveva essere liberata.
-Fermatevi! Dobbiamo aiutarla!
Chiamò gli altri e subito Mijix scese in tutta velocità. In un moemnto si dimenticò di tutto il resto, si dimenticò di chiedersi che diavoleria fosse quell'albero, che sembrava la nemesi di quello visto nei pressi del nido di grifoni, e pensò come fare. Non si avvicinò di molto: atterrò ad una decina di metri dalla pianta; doveva mantenere le distanze, se si fosse avvicinato troppo avrebbe corso il rischio di rimanere in trappola pure lui. Ma come fare? Non conosceva nulla di quel nemico vegetale e non ne conosceva le debolezze e le caratteristiche. Così provò a colpirla con un soffio, debole e mirato al tronco dell'albero.