[Missione] Sulla via della saggezza.

• Mijix •
Beccato! Il Mutraris ancora con le sembianze di Halam iniziò a ringhiare, un verso differente da quello di un drago, e anche se provò a scansarsi fu comunque travolto dalla furia di Mijix. I due cominciarono a rotolare a terra, mentre il drago grigio sentiva che il corpo del suo avversario cambiava forma. Quando si staccarono stavano l'uno di fronte all'altro, girando attorno, due gocce d'acqua, uguali. Il mutaforma aveva preso la forma e l'aspetto di Mijix e con esso anche la parola d'ordine appresa all'uscita della grotta da Mijix stesso. Ma quello era un problema che si rimandava a più tardi per il drago. In un modo o nell'altro avrebbe trovato il modo di farsi riconoscere. Quello potrà prendere il mio aspetto quanto vuole.. peggio per lui, sono un drago piccolo, gli altri se lo possono mangiare in un boccone.. ma l'originale qui sono io! Sicuro di sè e concentrato al massimo era pronto per fargliela pagare. In qualche modo doveva sfogarsi, ora era arrabbiato sul serio. Era come osservarsi in uno specchio. Vedeva se stesso ed era una sensazione orribile dover attaccare se stessi. Usò gli ultimi secondi prima di agire per autoconvincersi di questo fatto, poi attaccò. Odiava attaccare per primo, ma le circostanze non erano a favore del "temporeggiare". Cercò di muoversi in fretta, correndo direttamente verso il Mutraris non troppo velocemente, poichè il suo scopo non era un contatto fisico; si fermò ad una decina di metri dall'obbiettivo e concentrò la sua mente e la sua coscenza cercando di colpire quella del nemico, cercando di trasmettergli orrore, cercando di sconcentrarlo. Strinse i denti e colpì.

• Mijix •
La finta di Mijix ebbe successo, il mutaforma non se lo aspettava un attacco mentale. Anche se questo fece effetto, prontamente il nemico del drago riuscì a fuggire dalla presa mentale. Mijix capì che quelle armi, con i Mutraris, a quanto pareva non erano così poi efficaci. Pazienza, aveva provato, ora sapeva cosa doveva evitare. Il contrattacco del Sharam non tardò ad arrivare e con la coda acquisita colpì violentemente il Gray al fianco destro, aprendogli una ferita, per poi volare via lontano. Anche se Mijix si era preparato a ricevere il colpo, fece male, molto male, tanto che emise uno strano verso di dolore. Non perse tempo e si ristabilizzò sulle zampe e cercò il mutraris con lo sguardo. Quell'infame ladro d'identità, stava ora a settanta metri di distanza da lui, in volo. Nessuno aveva mia insegnato a Mijix a battersi in volo, e quel che riusciva a fare lo aveva imparato da autodidatta, sperimentando con qualche Rachin. Sarebbe stato in svantaggio lassù, quindi optò per la via terra e corse verso il suo avversario. Solo quando fu quasi sotto di lui cominciò a sbattere le ali e volare. L'intenzione era quella di caricarlo per la seconda volta, spaccargli o danneggiargli magari le ali e riportarlo con le zampe a terra, e quindi per la seconda volta Mijix lo caricò, in volo.
Solo allora si accorse che Malok lo stava raggiungendo.

• Mijix •
La carica andò a vuoto poiché il mutraris si levò dalla traiettoia di Mijix.
Malok gli aveva dato un pezzo della corteccia di quell'albero verde, presso il nido dei grifoni. Il sapore non era un granchè, ma almeno la ferita a fianco si richiuse in modo parziale. Era qualcosa. Ringraziò il grifone e poi tornò concentrato sul nemico.
Intanto la grande Purple aveva attacato il Mutraris e lo aveva mandato a terra. Dal rumore che fece cadendo, sicuramente qualcosa s'era rotto. Ora il Mutraris era a terra, e Mijix non doveva lasciarsi sfuggire l'occasione per attaccarlo. Ma quello cacciò un urlo fastidioso che colpì e scosse i nervi e i neuroni del Gray provocandogli più fastidio di quanto gliene avesse dato la ferita al fianco. Non potè più muoversi, colpa del dolore. Quindi restò fermo dov'era, troppo lontano per qualsiasi attacco efficace. Mi da sui nervi, finchè sta lontano è in vantaggio con questi stupidi urli e con gli attacchi mentali, non riesco ad avvicinarmi.. devo trovare un modo... iniziò con rapide occhiate a guardarsi intorno. Intanto stava già preparando un piano.
-...così voi Mutraris ci trovate gusto a creare scompiglio tra le famiglie di Sharam e Klan di draghi.
Fece all'altro, cercando di impegnarlo un po'.
Intanto si concentrava sullo spazio che gli stava attorno. Doveva trovare un modo per avvicinare il mutaforma e la natura ora doveva dargli una mano. Così mentre si guardava attorno, aumentava la sensibilità ed espandeva i sensi per avere una panoramica migliore del territorio.

• Mijix •
Il mutaforma gli rispose, ma Mijix era troppo occupato a pensare ad una strategia per ascoltarlo e quindi, dietro una finta attenzione, il drago macinava le informazioni riguardanti il territorio. Ma poi si incuriosì riguardo ciò che il Mutraris stava blaterando.
- Non possiamo permetterlo... il Tesoro ci serve, ci nutre, ci nasconde... e ora siamo tanti e forti più che a sufficienza per annientare insetti come voi Solaforma, non diversi da sassi incapaci di mutare... -
Tesoro? Di costa stava parlando, del cristallo? A cosa alludeva? Avevano intenzione di sterminare tutti? La creatura sogghignò sinistramente quando vide il cielo che diventava sempre più scuro e il vento che si alzava e raffreddava sempre più. Anche Mijix notò questa cosa. Vide pure che tutti gli altri stavano bene e ormai i Mutraris erano rimasti in pochi.
- La mia presenza presto sarà ininfluente... e per questo vi lascio al vostro destino, sapendo di aver già vinto!-
Mijix tornò a guardare con un'aria interrogatoria e perlpessa il mutaforma e prima che potesse dire o fare nulla quello prese il volo e se ne andò oltre il burrone che sovrastava la foresta. Il Gray lo seguì prima verso il bordo della roccia e poi solamente con lo sguardo e lo vide allontanarsi. Proprio in quel momento un rimbombo tuonò in cielo, proveniente dalle nuvole viola che si addensavano sopra la lotta. Voltatosi verso di esse, Mijix non potè far altro che sgranare gli occhi e sentirsi precipitare: quel che vide lo lasciò di pietra. Dalle nuvole uscivano altri mutaforma, tantissimi, uno stormo di neimici che veniva addosso a loro. Una goccia bagnò il muso di Mijix: ora iniziava a piovere.
Maledizione. Al diavolo il mutaforma! Gli altri avranno bisogno di una mano! Con un balzo si levò in volo e salì, verso il colosso di pitra dove gli altri stavano combattendo. Ora erano davvero nei guai e si erano spinti troppo in là per ritirarsi ora.

• Mijix •
Hiroben aveva pienamente ragione. Sarebbe stato impossibile combatterli se avessero assunto le loro forme, anche a dispetto della parola d'ordine. Inoltre in uno spazio così ampio sembrava di dover combattere contro uno sciame d'api. Serviva un luogo con spazi più stretti in modo da limitare il volo ai Mutraris e dove i draghi ed i grifoni potessero agire senza troppa visibilità per evitare che i nemici riuscissero ad assumere le loro forme. La foresta faceva al caso loro. Dovevano spostare la battaglia fra gli alberi e se magari ci fosse stato qualche arbusto come quello che aveva attaccato il gruppo durante il viaggio avrebbero avuto qualche possibilità in più. Dopotutto i nemici erano nettamente in vantaggio numerico.
-Possiamo provare ad attirarli fra gli alberi, nella foresta!- Disse Mijix al gruppo. -In spazi più stretti, fra gli alberi, non potranno volare troppo... e in caso di necessità possiamo nasconderci, sempre meglio che rimanere in uno spazio aperto come questo e restare facili bersagli!

• Mijix •
Sotto agli alberi, per via dei nuvoloni, c'era un buio che pareva quasi notte. Erano scesi nella foresta dalla parte opposta di quella del loro arrivo dopo un volo in picchiata accostati alla parete di roccia. Mijix li seguì, anche se fu tentato di continuare la sfida abbandonata contro il capo dei Mutraris, che vide in lontanza volare anche lui sotto la pioggia. Da quella parte della foresta vide anche una decina di alberi assassini, come quello che avevano incrociato all'andata. Il Gray si affidava anche ai loro rami per spaccare qualche mutaforma, che sembravano essere più piccoli e più deboli di quei venti iniziali. Da dove erano arrivati poi? Mijix non se lo spiegava. Sperava che fossero solamente "cuccioli" e che quindi non fossero così esperti da tenersi alla larga dagli alberi stritolatori. Spero che questo basterà per terminare definitivamente questa battaglia insulsa. Pensò mentre osservava quei cinque alberi vicino a loro.
-Manteniamo la distanza di una trentina metri dagli alberi, se i Mutrarsi ci vengono addosso potrebbero finire in pasto alle piante!
Diceva mentre aspettava a 35 metri di distanza da un tronco che arrivassero i nemici, pronto con le zampe puntate a terra a colpire.

• Mijix •
Anche i nemici arrivarono sul luogo dello scontro. Ma, accorgendosi di non poter più volare come prima molti cambiarono forma e assunsero quella di enormi cinghiali. Come Mijix aveva sperato, alcuni Mutraris finirono dritti nelle trappole costituite da quegli alberi viola. Fu vedere i mutaforma tra i rami e in quei momenti che al Gray non dispiacque per nulla aver affrontato quell'albero, lungo il percorso. Lui si ritrovò davanti tre creature, una delle quali però catturata dalla pianta. Le altre due invece continuavano la loro carica verso il drago cinereo, cercando di spingerlo verso l'albero. Ma forse Mijix aveva individuato un punto a suo favore e un modo per sistemare i suoi nemici. Grazie alla pioggia dell'acquazzone che si rovesciava a secchiate sulla scena, il terreno era inzuppato, una pozzanghera era venuta a formarsi sotto le loro zampe. Gli altri la vedevano come una seccatura, una cosa scivolosa e pericolosa. Mijix invece si ricordò di un giorno molto lontano da quello, quando era cucciolo e con il padre cercava di superare la sua paura per l'acqua. Non si ricorda esattamente dove fosse finito, ma era in un minuscolo specchio d'acqua, forse appunto una pozzanghera derivata dala pioggia, e vi era dentro fino alle caviglie. Uno starnuto improvviso e sacricò un soffio sull'acqua, che produsse uno strano effetto... le scosse elettriche arrivarono anche addosso al padre che stava alla fine della pozza. Una coincidenza, o un caso, Mijix voleva provare comunque. Caricò il soffio, cercando di ricreare il fulmine che aveva soffiato contro l'albero, indirizzandolo al terreno allagato sulla quale anche i due Mutraris stavano correndo. Mirò in un punto che fosse molto vicino ad entrambi i nemici, in mezzo, inspirò e subito soffiò il suo fulmine dal colore chiaro.
Dopo il colpo notò passare sopra la sua testa una figura familiare, probabilmente il leader dell'orda di mutaforma che tornava indietro... senza preoccuparsi troppo di lasciare i suoi due nemici li dove stavano, in qualsiasi condizione li avesse ridotti il fulmine, prese il volo e mosso da curiosità per quell'individuo che tornava indietro e per concludere quello che aveva cominciato seguì il capo dei Mutraris.

• Mijix •
Il colpo elettrico ottenne il risultato bramato da Mijix. Ora aveva la conferma che quel sistema offensivo funzionava, e se mai ne avesse avuto bisogno ora sapeva che l'elettricità assieme all'acqua davano quell'effetto. Buono a sapersi... pensò mentre buttò un secondo lo sguardo a quei due mutaforma immobilizzati. Avrebbe potuto attaccarli ancora una volta con più forza e mettere fine definitivamente a quei avversari se fosse stato ancora lì, ma ora volava oltre gli alberi, sotto il cielo cupo della tempesta. Era la prima volta che si trovava in mezzo ad un temporale, la prima volta che vedeva il cielo diventare nero e viola senza che si verificasse qualche eclissi o che fosse notte, la prima volta che vedeva gli stessi fulmini che uscivano dalla sua bocca nei suoi soffi scendere pure dal cielo, eppure non si era mai sentito così a suo agio sotto alle nubi temporalesche. E sotto a quelle nuvole stava ora seguendo il Mutraris, che lo vide da cinquanta mentri di distanza, mentre aveva la forma di un Black. Per Mijix valeva sempre la solita storia. Poteva assumere tutte le forme che voleva e a meno che non fosse stato in grado di diventare un fiume, quella creatura non gli avrebbe fatto paura. Non lo spaventava nemmeno ora che lo stava puntando. Caricava come lo aveva caricato Mijix nel loro primo incontro. Scansarsi oppure presentare al nemico le sue difese? Il Gray continuava a volare, aumentando di velocità, verso il falso Black. Quando fu a pochi metri di distanza, ad occhio non più di cinque, improvvisamente si buttò giù, scansando la traiettoria del nemico. Aveva bisogno di portare il combattimento a terra, in volo non riusciva a fare nulla di concreto. Anche se la sua mente ora era schermata, aprì la difesa per provocare il nemico e farsi seguire:
-Vieni a prendermi!
E poi si richiuse subito in sè stesso.