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    Nouvieille ha una storia lunga e molto antica, che affonda le proprie radici al I/II secolo D.C. . Storici e studiosi confermano l’esistenza della città in tale periodo storico, allora conosciuta con un nome differente.
    Quanto state per leggere è stato tradotto in lingua corrente da un’antropologa italiana, la dottoresa Mariangela Cipelli, studiosa appassionata e laureata in storia e tradizioni dei popoli europei ed indoeuropei. Ella ci ha raccontato che tutto è capitato per puro caso, quando si trovava a Nouvieille per delle conferenze su dei reperti ritrovati nei pressi di una grotta già soggetto di studio di un’equipe di storici, archeologi e antropoligi per l’appunto. Tra i tanti reperti trovati, venne ritrovata una collezione di piccoli tomi antichi, risalenti all’era successiva alla precristiana. Questi tomi erano però scritti in codici arcaici che nessuno sembrava in grado di decifrare, se non l’antropolga Cipelli, la quale prese il duro compito di tradurre e conservare tutto quanto si legge qui di seguito.






    Le origini




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    Il mondo antico era pregno di magia, di misticismo e paganesimo. Erano tempi in cui i popoli adoravano più divinità e di diverso tipo, offrendo loro sacrifici per ottenere grazie, miracoli, o semplicemente per conoscere l’esito di una semina o di una spedizione militare. Ogni cultura aveva le proprie divinità, c’erano quelle greco-romane, dei popoli vichinghi, quelle sumere, persiane, egiziane, orientali e via dicendo. Alla fine, però, con l’arrivo del monoteismo, le mentalità dei popoli cambiarono stravolgendo tutto ciò in cui avevano sempre creduto sino a quel momento. Si disse che tutte quelle divinità (Zeus, Apollo, Kalì, Isis e Osiride, Tiamat, Marduk, Loki, Thor e tantissimi altri) fossero delle semplici manifestazioni di tutto ciò cui l’uomo aveva sempre dato dei volti e dei ruoli; che fossero semplicemente l’immagine del bene e del male, della giustizia, della natura e dei suoi elementi, della magia e dell’amore, e di tutto ciò che è sempre esistito. Ognuno di questi elementi era in realtà rappresentato da una sola entità cui poi ogni popolo dava un nome nella propria lingua. Con il cambio di mentalità ed idee, queste dinità vennero gradualmente messe da parte, prima dai popoli del medioriente, poi tutti quelli del Mediterraneo salendo verso l’Europa del Nord e verso est, ovest e via via verso popoli e culture sempre più lontane. Il processo, però, avvenne gradualmente, in maniera rallentata, fino a quando queste divinità oramai dimenticate non si videro costrette a dover andare ovunque alla ricerca di un luogo, anche il più piccolo e dimenticato, dove poter continuare a vivere ed osservare i cambiamenti del mondo e dei popoli. Si sparpagliarono ovunque, quindi, lasciando segni del loro passaggio, simboli che li avevano sempre caratterizzati e che le stesse genti che ora li rifiutavano avevano loro affibbiato.







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    Dopo tanto peregrinare giunsero all’imbocco di una grotta all’apparenza abbandonata e deserta, ma addentrandosi in essa e percorrendo i suoi corridoi immersi nell’umida oscurità, si ritrovarono di fronte ad una vera e propria città sotterranea, abitata da poche decine di uomini e donne ancora dediti agli antichi culti, ai loro antichi culti. Gli dei erranti, soddisfatti della civiltà scoperta, decisero di rivelarsi a quelle poche persone e queste, inizialmente incredule, giurarono eterna fedeltà alle loro divinità. Grazie alla disponibilità delle divinità, gli abitanti della civiltà nascosta, ottennero grandi benefici: la longevità, la sapienza, poteri magici, alcuni l’immortalità, e da quel periodo in poi quella città sotterranea divenne la silenziosa dimora degli dei del mondo antico. Da qui il nome Urbs Deorum. Gli dei però, in cambio di questi grandissimi poteri, ordinarono due sole cose agli umani: che non fosse lasciata nessuna testimonianza scritta che affermasse l’esistenza della loro città, che si raccontassero le loro gesta soltanto oralmente di generazione in generazione, e che non sarebbe stato permesso a nessun mortale esterno alla loro civiltà ristretta di scendere nella città sotterranea. La promessa venne mantenuta dagli abitanti della città sotterranea per lunghissimo tempo, si parla addirittura di secoli, e i gli abitanti di Deorum Urbs tramandavano le gesta divine da uno all’altro, senza mai lasciar nulla di concreto e scritto, fino a quando Ametista, una giovane donna di famiglia povera, dovette rompere questa promessa a causa del suo mutismo.




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    Ametista sapeva bene che l’ira degli dei si sarebbe abbattuta du si lei se avesse messo per iscritto le loro gesta, temeva inoltre che la loro rabbia si sarebbe riversata non solo su di lei, ma sull’intera civiltà sotterranea e che tutto il loro operato sarebbe stato in qualche modo bandito e cancellato. Fu per questo che meditò attentamente e lungamente per trovare una soluzione, qualcosa che potesse garantirle la benevolenza e la buona disposizione degli dei. Fece un rito propiziatorio suonando il suo flauto, danzando ed offrendo alle sue divinità la creatura che portava ancora in grembo. Promise ancora una volta la sua fedeltà eterna agli dei e la volontà di far conoscere la loro storia e le loro gesta a chi sarebbe venuto dopo di lei, che quella che stava crescendo sopra di loro sarebbe stata il fulcro del misticismo e della magia, del paganesimo e dell’antico mondo. Ametista promise, quindi, di mettere in contatto l’attuale Nouvieille con Urbs Deorum.
    E così gli dei accettarono la sua proposta e la sua offerta, allettati soprattutto dal fatto che avrebbero avuto per loro anche una città in superficie e dove sicuramente avrebbero trovato seguaci provenienti da tutte le parti del mondo. La donna, riconoscente ai suoi dei, decise di scrivere quindi la storia di questa città non in latino o altre lingue morte, né tanto meno nella lingua corrente, bensì utilizzando codici e simboli in uso tra i praticanti di magia e stregoneria, facendo così che solo chi, come lei, comprendeva quel linguaggio, in futuro sarebbe stato in grado di comprendere le antiche e sacre origini dell’attuale Nouvieille e del suo fascino mistico e magico, dove moderno e antico si mescolano.




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    Il nome Mariangela Cipelli è inventato, ogni riferimento a persone o avvenimenti realmente accaduti, è puramente casuale.

    Questa storia è stata interamente inventata e scritta da Asterios, per tanto ne tiene i diritti di autore e in caso di plagio, anche solo parziale, verrete bannati dal forum definitivamente e segnalati al circuito.
    Vietato quindi prelevarne anche una sola parte.



    Edited by Daisuke R. Stark - 14/10/2014, 21:21
     
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