[Missione] Tanti, piccoli e cattivi

Giocatore: Vahlok

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    Il cucciolo si ranicchiò tra le zampe di Vahlok e sbadigliò vistosamente. Per lui c'era stata stress sufficiente fino al suo quinto anno di età. Con incertezza la sua mente trasmise l'immagine di una grossa cascata che scendeva ripida lungo il fianco della montagna, si intuiva fosse tale grazie ai colori e al movimento delle figure confuse che la sua giovane mente era in grado di trasmettere. Dietro la cascata si apriva una grossa grotta, ricca di lucenti stalagmiti. Mentre pensava a ciò il cucciolo sospirò tristemente. Li era stata l'ultima volta che aveva visto la madre (Vahlok potè intuire la forma di un grosso Daydream, veramente molto grande, con la coda vaporosa. L'immagine fu accompagnata da un senso di sicurezza e di intramontabile fiducia da parte del piccolo.
    I Daydream però si erano poi spostati dalla grotta, usata abitualmente come rifugio temporaneo. Dopotutto il loro ambiente naturale erano le nuvole.

    La notte stellata sopra di loro risplendeva come non mai ed il dolce sussurro del ruscello conciliava assai il sonno. Vahlok era entrato nella caverna del Troll per riposare... ed invece aveva usato tutte le sue forze residue. Riposare sarebbe stato davvero gradito, sopratutto dal momento che non si vedevano altri predatori, per il momento.
    Il cucciolo prese a dormire placidamente, brontolando appena nel sonno. Le fronde di pini e larici si muovevano ritmicamente, appena sfiorate dalle alte folate di vento che si aumentavano di intensità man mano che si saliva di quota in quella gola tra le montagne.
     
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    Vahlok si lasciò trasportare dalle immagini che il cucciolo gli trasmetteva. Andare a quella cascata era un buon punto per cominciare. Magari il gruppo poteva essersi spostato o come sperava era ancora lì intorno a cercare il cucciolo smarrito.
    Vahlok ancora non capiva perchè il gruppo si era separato: o il cucciolo era malato e non riusciva a stare al passo con loro o semplicemente erano negligenti. In ogni caso non poteva sopportarlo. Si guardò intorno per cercare di individuare la posizione della cascata, anche se dal basso è molto difficile vedere. Il cucciolo intanto si era appisolato tra le zampe del seragramma con un piccolo sbadiglio che contagiò il drago adulto. Non sembravano esserci pericoli perciò si mise a dormire pure lui.
    -domani ti porterò dalla tua mamma. Costi quel che costi- E se lei lo rifiutava? A chi lo poteva lasciare? Lo poteva tenere con se?
     
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    Probabilmente se nessuno avesse reclamato il piccolo il suo fato sarebbe potuto dipendere solo dal giovane Seragramma.
    La notte cullò i loro sogni, rischiarandoli con il luccicare lontano delle stelle. Un meritato riposo che fece recuperare le forze ad entrambi, lasciandoli freschi e riposati.
    L'aria frizzante della montagna al loro risveglio si era fatta più mite, infatti un sole caldo e accogliente aveva preso il posto della terribile tempesta e stava come cercando di annullarne i segni cancellando dalla terra i mucchi di neve sparsi sotto gli alberi. Il mutevole tempo di quel luogo non avrebbe potuto essere più sorprendente.
    Fu il piccolo Daydream a svegliare Vahlok, spingendo ripetutamente il muso contro il suo fianco. Il cucciolo era affamato più che mai e raschiava in giro annusando il terreno ed allontanandosi dal suo protettore di qualche metro per poi di nuovo scapicollarsi accanto a lui non appena trovava un topo o uno scoiattolo. Decisamente non era in grado di badare a se stesso.
    Sotto il pacifico sole montano anche a Vaholk era salita molta fama. La sua ultima caccia risaliva a molto tempo addietro ormai, forse non sarebbe stata una cattiva idea catturare un cervo.
    Le alti pareti di roccia che si innalzavano intorno a loro brillavano di tanto in tanto quando il sole colpiva il lieve filo d'acqua di una lontana cascata. I Daydream erano noti per preferire il cielo alla terra, probabilmente la loro tana era molto in alto, lontana dalla base delle montagne.

    Vahlok recupera 5 punti ferita.
    Vita totale: 25.
     
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    Vahlok


    La notte passò tranquilla e la giovane viverna sognò di essere il nuovo abitante della grotta vista il giorno prima e di aver adottato il cucciolo di daydream che ora dormiva accanto a lui.
    A svegliarlo fu un leggero fastidio al fianco. Aprì gli occhi e subito controllò in che condizioni fosse il cucciolo. Non trovandolo gli venne un tuffo al cuore. Si alzò di scatto ringhiando, pronto a combattere, ma ottenne solo l'effetto di far scappare uno scoiattolino che il piccolo daydream, a qualche metro da lui stava tenendo d'occhio. Dalle immagini che il piccolo gli trasmetteva notò che anche lui aveva fame; anche lo stomaco della viverna brontolava: era decisamente il momento di andare a caccia.
    - Ora io vado cercare qualcosa da sgranocchiare. Nasconditi in quel... anzi no, seguimi così ti insegno. - Gli disse e si incamminò per la foresta al margine del fiumiciattolo: di sicuro un qualche animale sarebbe passato di lì per bere e lui gli sarebbe balzato addosso. Di tanto in tanto ordinava al cucciolo i scrutare il fiume mentre lui arrampicatosi su un albero che sembrava alto cercava di scorgere la caverna che il cucciolo gli aveva mostrato la sera prima.


     
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    Il cucciolo gli trotterellò dietro eccitato, seguendo con occhi attenti ogni suo passo. Il terreno del ruscello era scivoloso, limaccioso o bagnato anche dove vi sembravano essere rocce asciutte. In ogni caso la corrente era debole e non era assolutamente profondo. Seguirono il suo corso a ritroso per qualche ora ed il sole era alto nel cielo quando infine Vahlok avvistò il cervo. Era un bell'animale, ma era ferito al fianco e probabilmente molto vecchio. La grande impalcatura delle corna riluceva sotto i raggi del sole mentre lui si abbeverava inosservato a circa 60 metri da loro, dopo una lieve ansa del fiumiciattolo che per fortuna aveva nascosto il loro arrivo. Il primo ad accorgersene però fu proprio il piccolo daydream, perchè Vahlok era impegnato a scrutare dalla cima di una robusta quercia il territorio che li circondava. In lontananza verso est vide una grande montagna circondata da nubi intorno alla sua cima e con una lucente cascata che cadeva a precipizio per molte decine di metri. Tuttavia praticamente dalla parte opposta della valle in modo quasi simmetrico vi era un'altra cascata molto simile, che però scendeva a sobbalzi ed era a più bassa quota. Quest'ultima era più vicina alla tana del troll, almeno da quanto ci si poteva orientare, ed era coperta di neve. Non si poteva dire da quella distanza, ma era probabile che in entrambe vi fosse una grotta visto che la roccia porosa ne facilitava la formazione.
    Il cucciolo prese a ringhiare con un verso più divertente che spaventoso mentre la coda si agitava a destra e sinistra mentre lui si preparava ad avvicinarsi di soppiatto.
     
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    Vahlok

    A Vahlok, dalla cima della grande quercia, si illuminarono gli occhi quando avvistò la cascata: assomigliava moltissimo a quella che aveva visto nella mente del suo protetto. Spostò lo sguardo verso il cielo più a nord, poi a sud per cercare dei daydream. Nel farlo però si accorse anche di un'altra cascata, molto più lontana da dove si trovava, ma anche questa era molto simile a quella vista nella mente.
    "oh fantastico" pensò triste. " bhè forse cucciolo riconosce quella giusta..."
    Sentì sotto di lui uno strano ringhio. Si allarmò e scese di fretta dall'albero. A fare quel suono era il daydream che aveva gli occhi puntati su un enorme cervo che si abbeverava nel fiume.
    "la grotta potrà aspettare" Scese con un balzo dall'albero attento a non far rumore e si affiancò al cucciolo.
    - Ottimo sguardo piccolo! Ora fa molta attenzione ai suoni. Evita di far rumore. Seguimi-
    Gli disse e seguendo i suoi stessi suggerimenti passò di cespuglio in cespuglio, da tronco in tronco per avvicinarsi furtivo alla preda. Appena ebbe raggiunto il nascondiglio più vicino aspettò il momento adatto e con un grande balzo saltò addosso alla preda.


     
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    Il cervo però alzò il muso bagnato e non appena intravide una sagoma scura muoversi verso di lui cominciò a correre, col risultato che Vahlok fece schioccare le zanne ad appena un metro dai suoi polpacci. L'animale presto si lanciò nel bosco, correndo più veloce che poteva e forzando la zampa ferita, spinto dal puro istinto della sopravvivenza.
    Il cucciolo mugulò tristissimo nel vedere la preda fuggire mentre un sottile filo di saliva gli scendeva lungo la bocca. Trascinò i piedi in una pozza bordo del ruscello a testa bassa, mugolando piano.
    Poi però un veloce movimento gli si agitò davanti e senza aspettare lanciò uno squittio di malcelata sorpresa ed inghiottì in un sol boccone la piccola rana che tanto incautamente si era avvicinata. Poi prese a scavare nel letto della pozza, strillando felice ogni volta che un piccolo anfibio (ora un rospo, ora un piccolo gambero di fiume) facevano capolino tra il fango limaccioso.
    In lontananza si sentì il levarsi di una promessa di morte vicina: un ululato lungo e malinconico, antico quanto il mondo stesso. Probabilmente un branco di lupi stava andando a caccia come loro lungo il fiume.
    Con una piccola anguilla in bocca che ancora si agitava guizzando, tutto trionfo e orgoglioso, il piccolo Daydream trotterellò e scivolò scompostamente fino a Vahlok, offrendogli la sua bellissima preda come regalo.
     
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    Vahlok


    Errore fatale. Il drago era stato troppo impulsivo e il vecchio cervo era riuscito, anche se solo per un soffio a sfuggirgli. Sentì il cucciolo rattristarsi, ma ancor prima che il cucciolo era lui stesso estremamente deluso. Aveva fatto una figuraccia. Forse l'entusiasmo di insegnare ad altri lo aveva distratto dal vero obbiettivo. Non era pronto a fare il genitore. Il cucciolo si era nuovamente allontanato avendo molta più fortuna: in un piccolo stagno a bordo del fiume fece un lauto pasto tra rane e girini.
    - Buon per te piccolino, sei stato molto più bravo di me- Gli disse quando questo tornando gli offrì una anguilla. -Non avresti dovuto. Apprezzo il tuo gesto, grazie-
    Lo ringraziò con tutto il cuore mentre gustava l'anguilla che il cucciolo gli aveva portato.
    Un po' gli dispiaceva non mettere qualcosa di più sostanzioso sotto i denti, ma preferiva rimanere a bocca asciutta piuttosto che vedere il piccolo affamato, soprattutto affamato per un suo errore.
    Un ululato si udì in lontananza: lupi. Sembravano tanti, anche se era strano che ululassero prima di andare a caccia. era più saggio stare in silenzio. Forse invece avevano appena ucciso loro una preda, si era un'idea più plausibile. Era comunque consigliabile non scartare la prima e più pericolosa ipotesi.
    - Se hai finito andiamo a cercare mamma e papà. Ho avvistato due cascate che assomigliano a quella che mi hai mostrato. Espandi più che puoi i tuoi sensi e chiamali: potrebbero essere ancora nei dintorni. -
    Dettogli ciò aspetto che il cucciolo avesse finito e si preparò, con la coda ancora un po' dolente, a spiccare il volo.


     
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    Recuperi 1 PF per l'anguilla per un totale di 26 PF. Se volevi continuare a cacciare potevi farlo, ma hai scelto di andare avanti, e la storia è tua.
    Occhio che non stai più postando le tue statistiche da un po'.


    - Se hai finito andiamo a cercare mamma e papà. Ho avvistato due cascate che assomigliano a quella che mi hai mostrato. Espandi più che puoi i tuoi sensi e chiamali: potrebbero essere ancora nei dintorni. -
    Il cucciolo lo guardò col suo musetto imbrattato di fango e spiccò un salto, arrivando notevolmente in alto prima di ricadere in una miriade di spruzzi. Poi ne fece un altro, agitando le piccole protuberanze che presto sarebbero diventate ali sulla sua schiena, ma ancora una volta non fu in grado di aprirle abbastanza. Tuttavia era vicino, probabilment enel giro di qualche giorno sarebbe stato pronto per volare. E parlare.
    Un cucciolo di drago impara a parlare solo quando è in grado di volare, tuttavia il piccolo senza-nome capiva bene ciò che Vahlok gli aveva chiesto e ormai fidandosi di lui ciecamente si apprestò ad obbedire.
    Agile come un gatto si arrampicò su di un piccolo alberello lì vicino, inspirò nel suo piccolo corpo quanta aria potesse a lanciò un lungo e malinconico richiamo mentale verso il cielo sereno che assomigliava ad uno dei suoi versi infantili, ma echeggiante e triste. Guardando disperatamente in alto però non vide alcun drago scendere da una nuvola per venire a prenderlo. Osservò anche lui le due cascate e dal modo in cui si voltava di scatto ora verso una ora verso l'altra agitando la coda una cosa era certa: non avrebbe saputo dire quale delle due fosse la sua casa.
    Trasmise una sola immagine, per quanto confusa e strana, al giovane Seragamma.
    Una grande distesa di nuvole, ricca di Day dream adulti che saltavano tra esse come delfini.
     
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    Recepito il messaggio mentale il piccolo daydream si mise a fare alti balzi come per volare, ma ricadeva inesorabilmente a terra. Il cuore del seragramma cessò di battere entrambe le volte: aveva una paura matta che il cucciolo si facesse male cadendo, a uno dei suoi compagni di nidiata era successo e aveva zoppicato da quel giorno a un mese da esso. Fortunatamente il cucciolo non emise nemmeno un gridolino di dolore, segno che era tutto ok. Era quasi in età per volare dopotutto... Abbandonata l'idea di volare sull'albero il cucciolo decise di arrampicarsi su uno degli alberi. La viverna subito si avvicinò all'albero e lo osservò con attenzione per essere pronto a prenderlo in caso cadesse. Nemmeno ciò accadde. Il piccolo aveva adocchiato a sua volta le due cascate, ma non riconosceva la sua casa. Peccato. Un'immagine confusa balenò nella mente della viverna: tante nubi, un numero immenso e tanti draghi, dei daydream che sguazzavano fra loro come se fossero in acqua. Il piccolo aveva ragione: era inutile setacciare le due grotte era meglio cercare fra le nubi. Scandagliando bene l'albero e testandone prima la sicurezza usò i rami per arrampicarsi anch'egli fino a raggiungere la chioma da cui il cucciolo osservava triste il paesaggio. Gli trasmise la stessa immagine che il cucciolo gli aveva invitato aggiungendo ad essa l'immagine del cucciolo felice che osservava i suoi fratelli daydream accanto a loro.
    Lo raccolse poi per la collottola, come già aveva fatto, aprì le grandi ali e osservò il cielo in cerca di nubi. Con una forte spinta delle zampe posteriori fu in volo.
    - Tu continua a cercarli, a chiamarli e se li senti dimmi in che direzione-
     
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    Il vento soffiava forte nelle orecchie di Vahlok mentre il drago saliva puntato dritto verso il cielo turchese. Il piccolo day dream si agitò infastidito da tutto quel trambusto, ma poi si ranicchiò come poteva nelle grandi zampe che lo accoglievano e fece come gli era stato detto. In breve raggiunsero una certa altitudine, tanto che un lieve strato di brina comparve sulle loro ali e la temperatura scese di molto.
    Intorno a loro non vi erano nuvole, solo alcune si scorgevano in lontananza verso est, sulla cime della montagna da cui scendeva la cascata diritta.
    Ad est infatti vi era la montagna circondata da nubi intorno alla sua cima e con una lucente cascata che cadeva a precipizio per molte decine di metri, mentre, dalla parte opposta della valle in modo quasi simmetrico, vi era l'altra cascata che però scendeva a sobbalzi ed era a più bassa quota oltre che essere più vicina alla tana del Troll.
    Mentre volava senza una meta davvero precisa, avvicinandosi più che altro alle nubi Vahlok vide sotto di se una lunga fila di puntini che si muovevano, briciole nere che seguivano il filo delle montagne e delle valli. Erano probabilmente animali che si muovevano in grandi branchi, eppure era un comportamento strano che Vahlok non avrebbe saputo assegnare alla giusta specie... era davvero inconsueto da vedere.
    Probabilmente però era solo perchè era troppo distante per vedere che creature fossero.
    Il vento soffiava contro di lui, rallentandolo e dimezzando la sua velocità. Il viaggio dopo circa un'ora che Vahlok volava si fece difficoltoso da seguire mantenendo quella velocità. Si cominciava a capire come mai fosse così difficile vivere tra quelle montagne così ventose e dal tempo imprevedibile.
     
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    Stavo salendo di quota sempre più su, tuffandomi in quel lago di acqua asciutta che si faceva sempre più bagnata e gelata man mano che salivo. Il piccolo era agitato e non riuscivo a spiegarmene il motivo. Stavamo andando da mamma e papà, è nato fra le nubi, come può aver paura di un volo? Avevo già planato con lui, quando dovevamo scappare dalla grotta del troll, ma in quel momento era molto più calmo. Cos'era cambiato? Senza dirmi nulla, senza inviarmi nessuna immagine il piccolo si fece quieto improvvisamente. Temevo in qualche modo di avergli fatto un torto. Dovevo scusarmi con lui. E se non mi voleva parlare? Se mi odiasse? Si, ma per cosa? Io lo avevo avvertito che avremmo spiccato il volo. Lui stesso sembrava voler andare a casa. Cosa c'era di sbagliato? Nella mia insicurezza notai poco il lieve stato di brina che andava a formandosi sulle ali. Stare fermi ad alta quota non era affatto una buona idea. Bisognava trovare una direzione da seguire. Ad est vidi delle nubi che celavano il picco di una montagna la stessa da cui sgorgava una ripida cascata. Ad ovest vi era un'altra cascata, più in basso, ma più vicina alla caverna del troll. A nord e Sud il paesaggio continuava sconfinato con montagne e valli che si perdevano a vista d'occhio. Puntai svelto in direzione delle nubi (ad est). Non avevo il coraggio di richiamare il piccolo, avevo paura di averlo in qualche modo deluso o fatto arrabbiare o altro. Di tanto in tanto cercavo il suo viso fra le mie zampe, ma subito distoglievo lo sguardo guardando ora intorno, ora a terra. Ad un certo punto scorsi una mandria di grossi neri animali che seguivano il profilo delle montagne. Erano molto visibili dall'alto ed erano numerosi. Di certo non stavano scappando o nascondendosi, lo avrebbero fatto con più cautela. Che stavano facendo allora? Avrei potuto benissimo virare nella loro direzione giusto per capire cosa fossero, ma riportare il cucciolo dalla sua famiglia era la mia missione prioritaria. Lasciandomi alle spalle la curiosità continuai il volo serrato verso est col vento che si divertiva a mettermi la coda fra le zampe rallentandomi e facendomi usare più energia del dovuto.

     
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    La montagna si fece sempre più vicina ed il cucciolo che non era abituato a stare tra le zampe di un adulto, ma saldamente aggrappato sulla sua schiena e sopratutto con una morbida coltre di nuvole bianche a pavimentare il cielo infinito, si mosse ancora. Tuttavia questa volta lanciò un piccolo gemito di gioia nel riconoscere la cima della montagna. Probabilmente la sua tana era in quella direzione!
    Più si avvicinavano alle nubi tuttavia più l'aria si faceva più carica di umidità. In breve le nuvole cominciarono ad accerchiarli, rendendo la visibilità molto scarsa. Il forte vento contrario inoltre faceva sbattere le ali a fatica, rendendo molto pericolosa la zona perchè sarebbe bastata una raffica improvvisa per trovarsi improvvisamente un muro di roccia addosso. Il piccolo sembrava conoscere bene come comportarsi e lanciò una piccola immagine mentale, fugace e semplice a Vahlok. I Day-dream stanno sopra le nuvole, non in mezzo. Poi cominciò a lanciare acuti richiami per attirare la madre ed il resto del branco. Le sue grida rimbombavano vuote nella valle, un'eco triste che essendo amplificato si poteva sentire per miglia di distanza per le orecchie attente della madre. Tuttavia anche a quella distanza dal nido risposte solo un cupo silenzio ed il freddo vento montano.
    Un solo rumore di grugniti pesanti si faceva a tratti strada nella pesante cortina di nebbia bianca. Rumori, parole anche, versi e grida. Tuttavia il paesaggio surreale, che impediva di vedere a più di 30 metri davanti a sè, dava l'impressione che fosse tutto un sogno, un'illusione uditiva...
     
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    Man mano che mi avvicinavo alla montagna lottando contro il vento sento il piccolo daydream agitarsi. Ad un tratto questi lanciò un piccolo gemito di gioia, forse aveva riconosciuto il posto. Sembrava davvero un buon segno. Salimmo ancora e ci trovammo avvolti dalle nubi. Essendo fatte d'acqua, l'umidità era altissima. La visione si limitò sempre di più fino a che nel mezzo delle nubi non si vedeva che bianco. Come muoversi? Non vedevo nulla da nessuna parte... Poi un flash: Era il mio piccolo amico che mi spiegava che i daydream volavano Sopra le nuvole non in mezzo.
    - Spero che la tua famiglia sia vicina, questo vento mi sta fiaccando-
    Tra le nubi udivo indistinti rumori di cui non capivo nè l'origine nè il significato. Forse provenivano da sopra le nubi, perchè al di sotto di esse non ne sentivo di così strani. Chiamando a raccolta altre forze cominciai a salire in verticale per bucare le nubi sopra di me e imitare l'atteggiamento dei daydream che il cucciolo mi aveva mostrato.

     
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    I sonori rumori fisici (non mentali) che si erano uditi fino a quel momento non erano sconosciuti a Vahlok, ricordavano quelli di piccoli esseri disgustosi che aveva incontrato da poco tempo... e quando il piccolo daydream smise di lanciare i suoi richiami entrambi i draghi si accorsero che era sceso un silenzio innaturale, come se qualcosa si fosse messo in agguato...
    La cima della montagna si rivelò maestosa e splendente. Vahlok bucò lo strato di nubi salendo vorticosamente e non appena il suo muso fu riscaldato dai caldi raggi del sole capì come mai i daydream avessero scelto un simile paradiso come loro tana.
    Un grande spiazzo di roccia circondato da una mare di nuvole candide come la neve accoglieva anche una grossa grotta ed era tutto riscaldato dalla luce del sole che raramente veniva coperta. La cascata cristallina era ad una tale altitudine che alcuni schizzi d'acqua pura si congelavano mentre ancora erano in volo, precipitando poi per svariate centinaia di metri nel vuoto.
    Il piccolo non appena si fu vicini alla terraferma si agitò e si divincolò dalla presa del suo protettore, cadendo goffamente sulla roccia. Subito inizò a correre agitato e felice, lanciando acuti richiami.

    Improvvisamente Vahlok sentì qualcosa di strano. Il cucciolo insieme ai soliti versi infantili cominciò a dare forma alla propria coscienza ed ora a sprazzi si cominciavano ad udire dei pensieri, le sue prime parole complete. - mamma.... famig.... mam... papà- era ancora piuttosto confuso come richiamo mentale, però era anche una fase importantissima della sua vita il momento in cui un drago diventa in grado non solo di capire ma anche di comunicare. Dopo un po' che gironzolava si fermò esausto sbuffando. Infastidito ed irritato cercava di grattarsi la schiena e i due grossi bozzi carnosi che aveva ancorati alle scapole. Era anche un po' incerto su cosa gli stesse succedendo -aiuto? cosa è?- chiese a Vahlok inclinando la testa e spalancando i grandi occhi azzurri.
    Si strofinò per terra sulla schiena lanciando anche qualche gridolino di protesta a tutto quel fastidio.
     
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