[Missione] Una situazione rovente.

Giocatore: Kirin

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    Kirin
    il giovane draghetto dalle scaglie dei caldi colori giallo, arancione, e le tante tonalità che le sfumature nel mezzo potevano dare, poteva benissimo percepire la propria stanchezza, ed anche capire che il suo fisico l'avrebbe assecondato nella sua testardaggine non più per chissà quanto, la fatica era visibile nei suoi movimenti più stanchi, più lenti, così come sull'espressione leggermente tesa sul suo muso... solo se non fosse stato di natura un Pigmy molto diverso dalla norma allora si sarebbe già arreso parecchie settimane prima. Del tutto felice e contento dunque che le condizioni del tempo migliorassero nell'entroterra, Kirin continuò a volare ancora per un pò, cercando di cancellare ancora una volta dalla mente i brutti momenti passati sopra le minacciose acque del mare, territorio ormai nemico per lui, l'ennesimo... così cercando di ignorare anche le avvisaglie dai propri muscoli alari, che tremanti e rigidamente meccanici tentennavano all'ubbidire ai suoi ordini nel continuare a sbattere continuò sorvolando l'incredibile vegetazione di quell'isola, molto più rigogliosa e florida che sulle altre, qui almeno la sua preoccupazione di incontrare altri draghi desiderosi di farne la propria preda era minore, e potè concentrarsi di più sia sull'obiettivo della propria missione, sia su ciò che lo circondava.
    -anf.. che posto strano comunque!- dovette ammettere un pò incredulo nel vedere da una parte foreste così simili a una giungla, e dall'altra steppa bruciata con pochi arbusti e lava fluente... poi vide i golem, la sua espressione si indurì nel riconoscere quelli che anche adesso all'apparenza, sembravano dei semplici sassi molto grossi, ben mimetizzati e immobili nel panorama circostante, anche quei fiori così belli e fragranti sparsi a mucchi nel prato attorno a quelle silenti figure... tutto sarebbe parso normale anche stavolta se non avesse fin troppo chiaro stampato in mente l'orrore a cui era sopravvissuto per una scaglia, provò un brivido nel vedere cosa accadde ad alcuni cervi che ignari si erano andati a cibare di quei fiori... cadendo anch'essi a terra, per poi essere fatti a pezzi dai golem e divorati.

    -uh?...- già, strano, la cosa lo incuriosì tanto da fargli sbattere un paio di volte le palpebre, addirittura modificò leggermente la sua traiettoria, virando un pò facilitato dalla minore intensità della pioggia, così da rallentare e vedere meglio, più che altro il tempo gli servì per pensare "hey! però quei mostri mangiano pure!... ma se sono fatti di pietra dove la mettono la carne?" pensò nella sua vivida fantasia, senza però trattenersi oltre, e così continuando a volare riportando il capo a puntare in avanti.
    Passò mezz'ora più o meno, e sotto di lui comparve un altro spiazzo disseminato di quei mostri di pietra, gli occhi azzurri notarono poi un corvo svolazzare e andare a posarsi proprio sul capo di uno di questi, le sue palpebre lievemente si socchiusero, mostrando nel suo sguardo la consapevolezza della morte che ormai si aspettava attendersi per quella rachin... e si preparò a vedere il tutto all'opera, ma ciò non avvenne, non un solo movimento da parte di quei silenziosi blocchi di roccia... a questo punto Kirin proprio tirò su la testa, incredulo, ed esclamò -hey! ma... accidenti a quel corvo! non l'hanno ucciso!- e così il suo cuore prese a battere più forte, la sua mente a lavorare di fantasia, e l'adrenalina a scorrergli, se davvero c'era una possibilità per eludere quei golem e lui l'avesse scoperta... allora il tutto sarebbe potuto essere facile ed i suoi amici sarebbero stati salvati in un attimo!! un gioco da cuccioli insomma, così emozionato pensò subito a cosa potesse essere a far muovere quegli esseri, ma ciò gli ricordò la stanchezza, la sete, l'irritazione alle vie aeree creata dalla costante coltre cinerea rilasciata nell'atmosfera dai vulcani che su ogni isola deturpavano l'habitat, plasmandolo a loro volta.

    Così il draghetto, con uno spirito rinnovato inclinò il suo corpicino stanco, sbattendo le ali per correggere il volo e cercare di allontanarsi verso un boschetto, o meglio, l'intrico così tropicale di quella vegetazione, che potevano solo suggerirgli la presenza di acqua, e supponeva anche l'assenza di quei fiori letali, e dei loro custodi... "ma certo!!.. dev'essere li il punto!!" forse aveva intuito il problema, ma prima, le cose importanti.
    Librandosi sopra le cime degli alberi che avrebbe incontrato, si sarebbe messo alla ricerca con il suo attento sguardo di un ruscello, o magari di un laghetto, qualcosa che gli desse l'impressione di non essere stagnante e che non emanasse l'odore di uova in putrefazione che mai niente di buono lasciava presagire... così avrebbe trovato un luogo adatto per atterrare a dissetarsi, non vedeva l'ora di richiudere le ali.

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    Edited by Zaphira Serafine - 23/2/2015, 18:35
     
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    Lo spiazzo si presentò improvviso ed invitante sotto Kirin in un attimo. C'erano delle bisce nere che facevano saettare la lingua biforcuta da sotto le rocce chiare e un fiumiciattolo azzurro scorreva limpido nella piccola radura foderata di muschi, licheni e rami spezzati. Appena il pigmy scese sotto le fronde degli alberi la temperatura si fece più alta, come se vi fosse una cappa di calore e umidità permanente. Le fronde riparavano ulteriormente dalla pioggia, come una volta smeraldo che picchettava di continuo. Il maltempo tuttavia stava passando e già qualche spiraglio di sole riusciva a penetrare fino al suolo.
    Non era un brutto posto per riposare, i serpenti neri che aveva visto erano innocue specie semi-acquatiche che cacciavano piccoli roditori e gamberi di fiume, se non venivano disturbate non sarebbero state un problema. La loro carne si diceva avesse lo stesso gusto di alcune razze di draghi, come le Fever Wyvern. Mentre Kirin riposava le membra stanche il sole riuscì a prendere il sopravvento sulle nubi e a riscaldarlo abbastanza da asciugarlo. Anche le serpi vennero fuori per godere la luce calda. Solo quando un'ombra improvvisa gli oscuro le palpebre chiuse Kirin notò che un gracchiante corvaccio si era posato sul ramo di un albero. Seguito da un altro suo simile, e poi da un altro ancora. In breve Kirin si trovò circondato da corvi che lo fissavano in silenzio tranne qualche raro verso rauco.
     
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    Kirin
    Kirin trovò proprio ciò che cercava, fu davvero lieto di posarsi finalmente sul terreno, per quanto in realtà adorasse il volo e la sensazione di essere leggero fra le correnti d'aria, prima o poi però tutte le creature del cielo si devono posare a terra alla fine, il draghetto giallo puntò ad un sasso leggermente rialzato in quella radura, abbastanza vicino a dove scorreva l'acqua di quel fiumiciattolo, quando vi si posò sopra le sue zampe gli trasmisero la tanto conosciuta sensazione del muschio e del sottobosco, morbido e umido, unitamente all'ambiente più caldo da un certo punto di vista si sentì un pò a casa, se non che qui l'umidità era veramente alta, la vegetazione un pò diversa, eppure la sua mente ripescò l'immagine delle foreste che amava così tanto sorvolare.

    I suoi occhi esplorarono i dintorni, come sua abitudine d'altronde, e così mentre zampettava sgranchendosi gli arti, lasciando riposare le membrane alari richiuse sul dorso fece un giro, le sue iridi azzurre passarono lungo quel muro di alberi e frasche, il suo udito coccolato dal dolce scorrere dell'appetibile acqua di fiume, mentre delle rachin innocue si riparavano da quel che restava del temporale stando sotto alle rocce ed ai tronchi, non c'era ragione di temere quei serpenti però... così con un sorriso si spinse lungo il bordo della roccia su cui stava, abbassando il capo e poi balzando giù sulla riva coperta di foglie e rametti, fatta di terra compatta ma umida, accingendosi così a bere dal ruscello con una certa foga, ignorando il sibilo delle numerose serpi che dovevano abitare quel luogo a motivo di acqua ed esposizione.

    Kirin potè presto godere poi di un bel sole dopo non molto, la pioggia terminò, le nubi si schiarirono illuminandolo con raggi solari ancora sottili, ma che baciando le sue scaglie ed i suoi occhi rivolti al cielo gli diedero una piacevole sensazione -finalmente... cominciavo a stufarmi della pioggia- con questo si trovò un posto su quel macigno di prima, acciambellandosi dopo essersi girato per appianare meglio alcuni ciuffi d'erbetta timida in mezzo al muschio, non che ci fosse bisogno ma, forza dell'abitudine... per poi riposare lasciando che il sole col suo calore tiepido asciugasse il suo manto scaglioso, almeno da recuperare le forze dopo quel lungo volo.

    Un ombra, non che Kirin avesse percepito pericoli, o coscienze ostili, tuttavia riaprì gli occhi e sollevò il muso dalle proprie zampe anteriori, le iridi azzurre guardarono in alto, dove uno sfarfallio nella luce che notava comunque attraverso le palpebre lo aveva disturbato, di certo non c'era di che preoccuparsi delle numerose serpi nere dal colore lucido che erano uscite per scaldarsi al sole... vide un corvo, appollaiato su un ramo, il quale venne poi seguito ed imitato da un suo simile, fino a che lo sbatter d'ali di molti altri non si susseguì facendo aumentare vertiginosamente il numero di questi sui rami degli alberi ai bordi della radura tutt'attorno a lui. Occhi che adesso mostrando maggiore preoccupazione presero a seguire quegli spostamenti tutt'intorno a se, si sollevò sulle zampe, guardingo -ed ora che succede? perchè tutte questi corvi?...- non gli piacevano molto quelle rachin a dire il vero, il loro verso gracchiante lo trovava fastidioso alla lunga, cosa però ben più preoccupante, e di cui si accorse dopo poco, fu che a quanto pareva tutti quei corvi non dovevano essere li a caso, si sentì tutti quegli occhi puntati silenti su di se e... la cosa un pò lo spaventava, tese i muscoli delle zampe un poco, arretrò leggermente, il capo continuò a voltarsi mentre le ali con cautela si allargarono piano, come a renderlo pronto a spiccare subito il volo se fosse successo qualcosa di brutto.
    -Cosa vogliono da me?...- si chiese, corrugò il muso in un'espressione meno rilassata e più concentrata, tutto ciò non aveva granchè senso, così per precauzione estese attorno a se la propria coscienza, scrutando con la mente nell'area in cui si trovava, attorno a se fino a quei volatili color pece, anche oltre se possibile, tanto per capire se ci fosse qualcun altro in zona...

    Volare via poteva essere pericoloso, non sapeva comunque bene se restare fosse saggio, ma per il momento restò dov'era, allarmato e quindi pronto a fuggire se la situazione lo avesse richiesto, coi sensi ben pronti a cogliere ulteriori rumori o movimenti, soprattutto dalla boscaglia li intorno, aveva come la sensazione che i corvi non fossero il problema principale.
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    I corvi rimasero impassibili, fermi a fissarlo per diversi secondi, aumentando il numero di versi e rumori. Poi smisero all'unisono, come se un comando invisibile fosse corso tra loro. Nel momento in cui Kirin estese la propria coscienza intorno a se arrivò a toccare le menti di una di quelle Rachin, e vide che qualcosa riuscivano a capire, come i delfini. Non erano quindi pavidi come i cervi o stolti come le pecore. Possedevano invece un briciolo di intelligenza e furbizia. Il problema era che apparte il primo corvo che si era posato sulla radura tutti gli altri non emanavano alcun tipo di coscienza, pensiero che per forza ogni creatura vivente deve possedere. Persino i golem quando attivati avevano una sfera lievemente captabile. Questo voleva dire solo una cosa: che tutti i corvi meno uno non erano vivi. No, Kirin stava osservando solo dei cadaveri di corvi, i loro occhi erano spenti e la vita che sembrava scorrere in loro era solo un'illusione, un incantesimo oscuro.
    Un paio di occhi azzurro ghiaccio intanto fissavano il pigmy giallo alle sue spalle, da in mezzo alla boscaglia. Un Falconiform Wyvern tendeva i fili dei suoi burattini con un semplice incantesimo e sfruttando un piccolo cristallo nero, simile ma non uguale, a quello che l'umano possedeva per controllare le azioni dei vivi. Non si fece individuare dalla ricerca mentale del pigmy, ma attese il momento più opportuno per sbucare fuori dal nulla con il suo lungo collo sinuoso e le deboli fiamme azzurrine che a tratti languivano il corpo nero lucido come quello di un corvo. La lingua azzurra che sembrava la pelle di una salamandra velenosa guizzò fuori mentre il Falconiform si rivolgeva a Kirin con voce sottile e melliflua come un amante - E dunque? Uno squisito pigmy mi appare innanzi proprio quando ho finito di nutrirmi e sono ormai sazia? Che disdetta! Ma del resto se avessi voluto ucciderti lo avrei già fatto... Chi è l'ingenuo drago poco avvezzo di queste isole che osa entrare nel mio territorio senza nemmeno chiedermi il permesso? Dovrei punirlo o magari sfidarlo? Mi incuriosisci pigmy... è un bene per te. Ti fa guadagnare giusto qualche minuto per rispondermi e darti la possibilità di andartene in vita, se la tua storia mi alletterà! -

    Descrizione dalla wikia: "Falconiform Wyverns are normally shy creatures. However, when approached, they often feel threatened, and the flames along their bodies leap higher. Females tend to be smaller than males, though Falconiform Wyverns are typically rather large overall. They use their size to their advantage by hunting smaller dragons. The Falconiform’s graceful, swooping dives are said to resemble birds of prey. Falconiforms are largely solitary dragons that only meet in order to breed."
     
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    Kirin
    Kirin restò dunque in guardia, senza sapere quale sarebbe stata la mossa migliore a dire il vero, però non poteva correre rischi inutili, perciò la chance migliore che reputò valida fu quella di attendere di scoprire il motivo di tutto quello, anche perchè, se la circostanza fosse stata più semplice come un attacco a sorpresa, non avrebbe di certo esitato sul da farsi.
    Un brivido corse lungo la spina dorsale del draghetto, ed i suoi muscoli si fermarono, anche lui immobile per cogliere ogni suono in quegli attimi di totale silenzio da parte dei corvi, ora anche più preoccupato che qualcosa potesse succedere, nervosamente il suo sguardo schizzò ai lati, ma nulla potè vedere, perfino ampliando la propria coscienza... nulla potè sentire, a parte i corvi, o meglio! "che... cosa...?!" non poteva sbagliarsi, eppure... era impossibile, come poteva non percepire niente da tutti quelle rachin? tranne un unico corvo, gli altri erano... morti, si, non c'era spiegazione, per quanto primitiva, per quanto flebile, ogni essere vivente doveva avere una coscienza con cui i dovarum erano in grado di entrare in contatto, ma quelli no... perfino i golem che in maniera così lampante non erano nulla di naturale, perfino loro avevano una sorta di coscienza. Il solo pensiero lo inorridì, il fatto che qualcosa stesse muovendo quei fantocci altrimenti morti e sepolti, ne restò a bocca aperta per qualche secondo, abbastanza confuso.

    CITAZIONE
    - E dunque? Uno squisito pigmy mi appare innanzi proprio quando ho finito di nutrirmi e sono ormai sazia? Che disdetta! Ma del resto se avessi voluto ucciderti lo avrei già fatto... Chi è l'ingenuo drago poco avvezzo di queste isole che osa entrare nel mio territorio senza nemmeno chiedermi il permesso? Dovrei punirlo o magari sfidarlo? Mi incuriosisci pigmy... è un bene per te. Ti fa guadagnare giusto qualche minuto per rispondermi e darti la possibilità di andartene in vita, se la tua storia mi alletterà! -

    fu un grande Dovarum a fare il suo ingresso in scena, dietro di se potè solo udire alcuni fruscii, e voltatosi vedere la sinuosa forma grande e nera di quella viverna, era una grande esemplare dalle scaglie colorate dello stesso nero di quei serpenti che albergano la radura, lucido e che risulta ancora più azzeccato su un corpo così aggraziato e cauto, per quanto di corporatura grande e temibile per quel piccolo pigmy che era Kirin, il sibilare di quella lunga lingua di rettile, blu come le piccole fiammelle che screziavano alcune parti del suo corpo elegante e letale... ma il suo sguardo, quello più di tutti lo inchiodò facendogli istintivamente tremolare la coda ed arretrare di un passo, i muscoli un pò tesi e gli occhi consapevoli del pericolo... riconosceva quello sguardo, non si trattava semplicemente di una gelida occhiata fra draghi, ma più che altro dello sguardo con cui un dovarum guardava una rachin, e le sue parole lo confermarono.

    Ascoltandola però fu forse placato da quella voce così suadente, oppure fu la sorpresa per aver trovato qualcuno anche su quell'isola, magari il trucchetto con i corvi, chissà, semplicemente poteva anche trattarsi della natura variabile ed imprevedibile di Kirin, comunque fu così che rispose:
    -uh... davvero? che fortuna che tu sia già sazia! davvero!... non potrei proprio permettermi di finire Rachin proprio oggi... ehm- esordio un pò emozionato e... teso, con la sua vocetta squillante ed alcuni gesti del corpo un pò agitati, sembrava voler, ma non poter scappare da li, dovendo stare al gioco... -.. oh ma ti chiedo scusa se ho approfittato della tua ospitalità senza nemmeno chiedere...- chinò il capo in segno di rispetto, tirandosi poi su ancora bello agitato -mi chiamo Kirin, e... ecco, pensavo proprio di non incontrare nessun altro dovarum su quest'isola così pericolosa!! ... accidenti... hm, ma forse... forse si!! tu puoi aiutarmi!!- esclamò tutto concitato e gioioso per un nanosecondo, prima di trattenersi e non saltellare o che vista la sua situazione, cercando di riprendere con fare composto e... in maniera il più possibile amichevole mentre provava a salvarsi la vita
    -ehm.. voglio dire... permettimi di raccontarti perchè sono qui! sono sicurissimo che ti alletterà!! almeno un pò...- da notare, non attese che gli si desse risposta su questo, lupo lupo... e prese a raccontare... e con la concitazione, il trasporto, la cadenza, e rivivendo praticamente ogni momento, le avrebbe descritto praticamente tutto il corso della sua avventura, cercando di coinvolgerla partendo dall'inizio, quando era arrivato per la prima volta in quell'arcipelago.. e di come poteva essere strano trovarsi in un posto così, con vulcani e pericoli... raccontando di come si fosse avventurato su quell'isola praticamente prima di tutte le altre, scoprendo poi amaramente sulla propria pelle il pericolo di quei fiori e di quegli orribili golem di pietra, del salvataggio in extremis del grande red di nome Dorum... e di come lo avesse aiutato, consigliandolo. Passò poi a narrare del suo viaggio nell'entroterra, quando per puro caso si era imbattuto in quei piccoli di Ember in pericolo, del suo gesto totalmente irrazionale nel salvarli, non risparmiando affatto di accompagnare tutta quella parte sugli ember con una coscienza carica di profonda paura e terrore (anche più di quella che metteva il Falconiform) parlando poi di Jahara, di come si fosse incredibilmente salvato una volta ripartito il giorno dopo su quella spiaggia, alle prese con il flamingo Wyvern, e trattò molto brevemente poi il tragitto che fece per raggiungere l'altra isola a sud... concentrandosi di più poi in ciò che avvenne finalmente li, della sua cattura da parte dell'essere umano, l'incontro con i suoi compagni di prigionia, Hizara e Jarad, il loro periodo di schiavitù... qui fu chiaramente più triste, e iniziò anche a rilassarsi da un certo punto di vista, un pò come se raccontando la storia si stesse dimenticando di avere davanti a se un predatore naturale, pronto a ucciderlo, prese pure a zampettare nel suo dire... senza badare che avrebbe potuto dar l'impressione di voler fare il furbo, cosa comunque evidentemente non vera. Proseguendo a quel punto le avrebbe raccontato di come il giorno dopo vennero mandati a caccia, come cani, per il loro nuovo padrone, di come nonostante i loro sforzi sembrava impossibile liberarsi dell'influsso del potere di quella gemma che l'umano utilizzava per comandarli, di come quindi dovettero ubbidire, fino all'intervento di Sora...

    Qui tornò vitale ed energico, chi lo fermava più oramai dal suo parlare, forse i suoi minuti erano già scaduti, ma non sembrava porsene il problema e confidava totalmente che la dragonessa fosse rapita... o almeno lui lo era di certo, narrò quindi della crimson flare che lo aiutò incredibilmente a liberarsi dell'incantesimo e a fuggire, le emozioni oramai trasparivano dalla sua coscienza con facilità, insieme a sporadiche immagini della sua avventura nonchè rocambolesca avventura, la fuga, l'inseguimento, il nascondiglio... a quel punto vennero le verità pure su ciò che riguardava la pietra magica, Khalerea, di cui però evitò accuratamente di parlare di ciò che riguardava la parte "personale" sulla pietra stessa, il suo vero nome per la sua razza, ed i fatti personali di Sora, non gli sembrava giusto esagerare... quindi pose l'accento sulla sua missione, tornare sull'isola per recuperare i fiori, e il suo piano per liberare così i suoi amici, nonchè sigillare il suo patto con la Pigmy.
    Da quel momento dunque il racconto era ormai in discesa e fu veloce, le descrisse il suo viaggio per arrivare fin li, di Ocreanos, e della immensa fortuna avuta nello sfuggirgli... infine concluse con il suo arrivo li e...

    -... anf... e questo è quanto direi! ehe.. allora? spero ti sia piaciuta!!- le chiese quasi scodinzolante, in tutto quel suo raccontare e muoversi, nel suo concentrarsi affinchè le sue parole fossero accompagnate da immagini e emozioni, si era fatto lei più vicino, e si era dimenticato della sua pericolosità, e della paura... all'improvviso però disse a quel punto -uh! ma se no, allora adesso sai che farò di tutto per non morire qui! improvvisamente deciso e buffamente determinato, con un balzetto all'indietro si mise sulla difensiva come misera precauzione, tenendola d'occhio e sbuffando un simpatico nugulo di fumo dalle narici.

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    La dragonessa all'inizio ascoltò attenta, ma poi le veloci parole di Mijix la mandarono in confusione, la sommersero come una valanga. "ma quanto parla" pensò spesso durante il racconto "sarà anche piccolo ma riesce a stordire come uno stormo di gabbiani che urlano tutti assieme". Le diede fastidio che Kirin non cercò di nascondere la sua paura per gli Ember "un drago dovrebbe essere più composto ed orgoglioso!" Ma nel complesso il comportamento del pigmy la prese così contropiede che non volle fermarlo perchè anche se la storia era stata raccontata in fretta e con tanti particolari era comunque molto articolata. Sentendo nominare Dorum, Jahara, il flamingo, Ocreanos e Sora che erano draghi di una certa lavatura all'interno delle Isole di fuoco si trattenne dal desiderio di interromperlo. Quando il pigmy prese una posa d'attacco più buffa che alro la Falconiform alzò gli occhi al cielo e ridacchiò, le sembrava di avere a che fare con un cucciolo e questo le faceva perdere la voglia di scontrasi in partenza.
    - E tu, piccolo pigmy, avresti davvero incontrato tutte queste avversità e figure importanti nel tuo viaggio? Faccio fatica a crederci, ma se non altro è vero, la tua storia è tanto lunga quanto strana. E così tu vorresti impossessarti dei fiori? Non è un'impresa facile e non ho intenzione di aiutarti direttamente perchè uno di quei golem potrebbe darmi non pochi problemi. Tuttavia ti rivelerò un segreto su di essi perchè voglio vedere se riesci effettivamente a prendere ciò che ti serve o se la tua furbizia nasce solo quando cominci a parlare. Vediamo se riesci a mettere in pratica un vantaggio che ti do.
    I Golem attaccano solo chi manifesta l'intenzione di toccare, mangiare o prendere i fiori. Se tu andassi da loro senza queste intenzioni potresti anche dormire ai loro piedi senza che ti arrechino danno. Non pensare di essere abbastanza svelto da prendere il fiore e fuggire prima che ti prendano, il loro profumo per gli essere senzienti è letale. Ti sconsiglio anche di rovinare, provare a distruggere i golem. Sono proprietà di un anticho drago delle isole, il nostro Guardiano Balgor, il Magma che ci governa.

    Si interruppe e il pigmy notò come si era fatta seria a pronunciare il nome di quel drago. Quelle isole erano ricche di leggende a quanto pare. La falconiform con una lieve torsione della zampa ruotò la sfera e fece alzare in volo tutti i corvi sotto il suo comando che andarono in cielo formando una nube nera e mutabile.
    Resta qui a riposare. Io ti terrò d'occhio ed in cambio della mia protezione voglio però che tu mi dia qualcosa in cambio... Porta un fiore anche a me ed io ti aiuterò a sorvolare il mare senza che Ocreanos si sfoghi ancora sul tuo viaggio.
     
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    Kirin Oh si, era proprio pronto a... battere in ritirata alla prima mossa della dragonessa padrona in quell'appezzamento di territorio, invece, sorpresa per lui... la Falconiform ridacchiò al cielo, divertita evidentemente dal suo racconto, e come darle torto!
    "uh? sollevò la testa smontando così quella posizione di guardia che in pochi attimi si stava rivelando sempre più non necessaria, fu con interesse quindi che ascoltò la sua reazione. Per prima cosa gli fu rivolta una domanda, probabilmente retorica... tuttavia lui rispose annuendo in quanto era proprio così che si ricordava fosse andata (certo magari sfumatura più o meno esagerata a seconda della circostanza, suvvia, bisogna anche un pò colorire le proprie avventure no?).
    Successivamente venne la parte interessante, a quanto pareva lei doveva conoscere molto bene quei fiori che lui stava cercando, anche quei golem, di cui confermò lei stessa l'indubbia pericolosità... fino a che non cominciò a parlargli di questo "segreto" che gli avrebbe permesso di avere una marcia in più per capire come non farsi ammazzare, qui fu davvero tutto coscienza ed attento fece anche un paio di passi avanti curiosissimo di sapere di cosa si trattasse, testolina reclinata all'insù per cercare lo sguardo della predatrice.
    ...I Golem attaccano solo chi manifesta l'intenzione di toccare, mangiare o prendere i fiori. Se tu andassi da loro senza queste intenzioni potresti anche dormire ai loro piedi senza che ti arrechino danno. Non pensare di essere abbastanza svelto da prendere il fiore e fuggire prima che ti prendano, il loro profumo per gli essere senzienti è letale. Ti sconsiglio anche di rovinare, provare a distruggere i golem. Sono proprietà di un anticho drago delle isole, il nostro Guardiano Balgor, il Magma che ci governa.
    sbattè le palpebre come per dar l'impressione di aver capito, emozionato effettivamente si trovo a ripensare a ciò che aveva visto in precedenza sorvolando la zona, tutto si spiegava! "ecco perchè hanno attaccato solamente quei cervi! hmm..." la sua mente velocemente (freneticamente a dire il vero) lavorò alla ricerca di implicazioni possibili, scalpitò leggermente nervoso dunque, ma la serietà della sua interlocutrice lo trattenne nel mondo reale. Balgor era quindi il loro guardiano, non si aspettava minimamente però il giovane pigmy che quei golem fossero proprio opera sua, si chiese il perchè...

    Osservò quindi solamente allora ciò che poteva fare la dragonessa di quel luogo con quella specie di cristallo sferico che teneva sotto la zampa, il suo occhio azzurrino vi finì curioso e l'istante dopo si sollevò così come gli si aprì la bocca nell'udire la reazione di quei corvi che fino a quel momento lo fissavano dalle cime degli alberi tutt'attorno.
    Quindi erano davvero sotto il suo controllo, morti, tornò a fissarla, colpito da tutto ciò... gli avrebbe pure offerto di poter restare per riposare, oggi doveva essere il suo giorno fortunato.
    -davvero? oh grazie... ehm, non so come ti chiami, però sappi che ti sono grato per aver mangiato prima, per il tuo consiglio, e l'ospitalità...- nonostante ogni volta aveva un modo di dire le cose un pò strambo parve proprio sincero in ciò che disse, chinò un paio di volte il capo come per rafforzare le sue parole, poi aggiunse -ti riporterò senz'altro il fiore che mi hai chiesto!- tanto doveva comunque andarli a prendere, fare uno strappo anche per lei non era una fatica in più, semmai, tanto da guadagnare c'era per lui nell'avere una sicurezza in più per la traversata in mare.
    Ma... ma c'era ancora qualcosa che gli pungeva al piccolo draghetto coperto di scaglie gialle, qualcosa che sembrava voler ancora dire, almeno da com'era restio ad obbedire e cercarsi un posto dove stendersi, anzi, i suoi occhi tornarono a puntare quella sfera sotto zampa della sua inaspettata benefattrice, alternando lo sguardo verso di lei, infine non si trattenne -...quindi è così che riesci a controllare tutti quei corvi? non l'avevo mai visto prima!- ammirazione? un pò, tuttavia un altrettanto pò rabbrividiva pure al pensiero che quei suoi burattini fossero tutti quanti morti (meno uno) al suo cospetto

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    Il Pigmy sembrò accettare la sua offerta, ma non per questo smise di parlare - ehm, non so come ti chiami, però sappi che ti sono grato per aver mangiato prima, per il tuo consiglio, e l'ospitalità...-- Mi chiamo Malefyca. E tu giovane Pigmy dovresti imparare a ringraziare meno e prenderti di più. Non sempre ti può capitare la fortuna di oggi. A essere sincera predo raramente gli altri draghi, più per sfida che per vera necessità. Tu non mi sei sembrato una sfida adeguata evidentemente... Il tuo senso dell'onore si discosta da quello di molti draghi. Alcuni ti definirebbero saggio... Per quanto mi riguarda nessuno dei Pigmy delle Isole ha un'indole pacifica come la tua. La tua stessa storia racconta di salvataggi di cuccioli ed ospitalità ricevuta per grazia. Coltiva la tua forza Pigmy e impara ad essere pronto a prendertele con la forza le cose che ti servono.-
    Adagiandosi meglio sulla roccia su cui era Malefyca aprì le ali per sgranchirle e Kirin vide le sottili striature azzurrine che sembravano infuocate. Un fuco delicato e freddo la avvolgeva, come una magia sussurrata. Probabilmente era così che si difendeva delle torride temperature della sua terra natia.
    -ti riporterò senz'altro il fiore che mi hai chiesto!-
    A sentire quelle parole la dragonessa fece un breve cenno col capo, come per suggellare il loro accordo. Quando pensava che finalmente Kirin si sarebbe messo tranquillo ecco che invece le rivolgeva un'altra domanda.
    - quindi è così che riesci a controllare tutti quei corvi? non l'avevo mai visto prima!-
    Una domanda che la sorprese. - Ti interessi di Necromanzia? - chiese incuriosita - Io mi definisco un'esperta senz'altro. E' un'arte molto criticata e temuta, ma io la so governare a mio piacimento. Ovviamente non ho fatto esperimenti su draghi, è contro natura. Piegare al proprio volere Rachin e a volte anche Sherim tuttavia non è contro i miei principi dal momento che giù da vivi sono destinati ad obbedire ai nostri capricci se lo vogliamo. Attraverso questa gemma incanalo il mio potere e lo proietto. Rianimo creature morte con l'unica condizione che siano morte di causa violenta e con la mente intatta. E' stato molto difficile uccidere questi corvi senza distruggere i loro fragili corpi dal momento che non potevo attaccarli psicologicamente. Se avessero una coscienza propria ben sviluppata come quella di un drago essa avrebbe cercato di riprendere il controllo del corpo, contrastando la mia volontà, ma anche se ci fossero riusciti probabilmente sarebbero impazziti - .
    Malefyca volse uno sguardo curioso e desideroso a Kirin, come quando si pensa a cose vietate, sbagliate e pericolose ma che comunque si rispettano per la loro potenza e cupa maestosità. - Immagina un drago che ha separato la mente dal proprio corpo e che in modo doloroso e innaturale sia costretto a riunirle solo per trovarsi controllato e schiavo. Il dolore lo spingerebbe a combattere la forza ostile ma riprendere il controllo di se stessi può avere solo due esiti: tornare in vita come si era al momento della morte oppure impazzire per il dolore e la confusione di vivere in un corpo morto e diventare quello che volgarmente viene chiamato uno Zombie-
    La dragonessa fissò lo sguardo sognante sui corvi, i quali si misero a fare una lieve danza, formando cerchi che si intersecavano elegantemente nel cielo.



    Mi è venuto il dubbio che tu non conosca come sono d'aspetto i veri draghi. Siccome facciamo riferimento a Dragon Cave e tu non ci giochi ecco una lista di tutti i draghi, giusto per capire come sono fatti: http://dragcave.wikia.com/wiki/Dragon_Types
    Questa è Malefyca: http://dragcave.wikia.com/wiki/Falconiform_Wyvern
     
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