Allenamento Vahlok

Tarrqor

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  1. Spyro17
     
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    Io me la sparo. Facciamo sei mesi.

    Vahlok

    Il Thunder accettò l’offerta di Vahlok e si mise a mangiare. Il suo apprendista chiuse gli occhi e rimase immobile concentrandosi sul suo potere, l’elettricità. Era lo stesso del maestro e forse Tarrqor avrebbe potuto insegnargli come dominare meglio anche quello. Aprì un occhi e scrutò il maestro assaggiare la preda. Osservò come anche in quel momento di calma piccoli fulmini attraversavano la pelle del drago stagliandosi su di esso per il loro colore. “Voglio provarci” Si disse fra se e se. Richiuse l’occhio aperto focalizzandosi ancora di più sul suo soffio. Moderò il respiro. Inspirare e espirare. Inspirare e espirare. Piccoli fulmini che corrono sul corpo…. Facciamo sulla zampa è più facile. Portò la zampa davanti al muso. Inspirare…. Immaginò la sua zampa coperta di saette. Espirare, inspirare. Immaginò un piccolo fulmine che accerchiava la sua zampa come un anello e che correva rapida come un serpente. Aprì gli occhi e scagliò il suo soffio sulla sua stessa zampa. La sua volontà di avere solo qualcosa di estetico non bastò a non fargli esclamare un ahi quando si ferì col suo stesso soffio. Per un attimo gli parve che l’energia stesse stabile nella sua zampa, ma si dissolse subito dopo. Vahlok riportò lo sguardo sul maestro che si stava avvicinando a lui invitandolo a servirsi visto che era il suo turno. Gli disse ciò con un leggero cenno del capo. Ancora nessuna parola da parte del maestro. Quanto poteva essere grave il suo errore col sole? Lo guardò negli occhi, ma non riuscì a cogliere nessuna emozione. Abbassò lo sguardo a terra e senza dire nulla si avvicinò al dromedario iniziando a mangiare. Per u attimo si sentì in colpa ma alla fine il suo stomaco ebbe la meglio e in pochi minuti Vahlok divorò l’intera carcassa. Solo le ossa con qualche piccolissimo residuo erano rimaste sulla sabbia. Finito di mangiare si abbeverò, anche qui più che potè dato che non aveva idea di cosa aspettarsi per il tempo seguente.
    Senza dire nulla Tarrqor si rintanò sotto la sabbia. Vahlok guardò in alto la posizione del sole e in effetti stava raggiungendo il suo apice e quindi la temperatura sarebbe aumentata ancora.
    Si nascose anche lui sotto la sabbia di una duna, stavolta gli ci vollero solo due tentativi per mettersi in una posizione comoda. Il silenzio da parte del maestro lo turbava. Sapeva che non poteva parlare mentre era sotto la sabbia, ma non aveva nemmeno avuto un messaggio mentale. Vahlok passò quindi le ore più calde ad occhi chiusi a rivivere la scena del combattimento.
    Il sole è stato il primo grande errore. Doveva attaccare dalla direzione adiacente. Secondo errore la paralisi. Certo non aveva idea che un verme gigante gli avrebbe rubato il pasto, ma aveva dato la tranquillità per scontata: terzo errore.
    Le ore più calde passarono e verso le quattro/cinque del pomeriggio Tarrqor uscì dal suo nascondiglio e a spettò che l’apprendista, che intanto stava facendo un pisolo, fece lo stesso. Vahlok uscì dal suo buco si stiracchiò e sbadigliò comprando subito il muso con l’ala per non essere visto. Tarrqor non sembrò farci caso e quando l’allievo si fu riassestato iniziò a spiegare. Prima, sorprendentemente, gli fece notare come la caccia non fosse andata male, poi lo istruì su deserto e i suoi pericoli tra cui le tempeste di sabbia e i Kombobath. Vahlok lo ascoltò paziente cercando di immagazzinare più informazioni possibili.
    Si fece sera attorno a loro e mentre il sole si tuffava nell’orizzonte ad ovest nel cielo apparvero le prime stelle e con loro i nebula.
    Tarrqor allora si fermò nella sua spiegazione guardando in alto. Vahlok imitò il maestro e vide cinque nebula, viverne dalle ali dai colori della notte, che stavano volando a circa cinque metri dal suolo e si erano fermati per omaggiare il loro mentore e guardiano.
    Queste viverne dai colori della notte potrebbero esserti di aiuto. Conoscono il deserto alla perfezione e sono famosi per la loro agilità: ti daranno consigli sul volo e ti condurranno dove di solito conduco i miei allievi: nel luogo adatto per farti apprendere il mio insegnamento più importante, si intende.
    Vahlok porse loro un cenno col capo a mo’ di saluto.
    - Come desiderate Maestro – Rispose al Thunder. Gli fece un rapido inchino prima di alzarsi sulle zampa posteriori e prendere il volo. Si avvicinò ai nebula stando distante due metri da loro e lì salutò più cortesemente
    – Salute, confratelli. Guidatemi dove sapete. –
    Il gruppo di sei viverne si mise quindi in viaggio. Dapprima Vahlok cercò di seguire rispettosamente la viverna più anziana, quella dai colori più sgargianti, ma ben presto finì col crogiolarsi coi due cuccioli di cui da una parte cercava di imitare i movimenti, dall’altra cercava solo di stare attento che non si facessero male. Erano pur sempre cuccioli e stavano volando come fanalino di coda del gruppo. Vahlok fu grato di aver schiacciato quel pisolino a metà pomeriggio perché il vecchio nebula li guidò in volo senza sosta tutta la notte. Il gruppo volava abbastanza in alto e faceva piuttosto freddo nella landa desertica eppure il volare e correre dietro ai cuccioli lo scaldava sia nel corpo che nel cuore. Vahlok si sentiva a suo agio, anche se non erano della sua specie. Volarono per tutta la notte fin quando l’anziano non fece segno di fermarsi Si guardò in giro e guidò il gruppo in una direzione diversa da quella in cui avevano viaggiato fin’ora. I raggi del sole iniziarono a spuntare tagliando l’oscurità quando il gruppo raggiunse una piccola oasi.
    – Nanna voi, Tu guardia. – Il vecchio nebula di poche parole augurò la buona notte (?) ai due adulti e al cuccioli mentre lui e Vahlok avrebbero montato la guardia per controllare che nessuno arrivasse a disturbarli. Vahlok approfittò di quei momenti per dialogare col vecchio per farsi passare la sua saggezza sul volo sulla caccia e in genere sulla vita in quei posti.
    – Qual è l’insegnamento più importante di Tarrqor – chiese infine Vahlok, ma il vecchio non sembrò rispondergli. A quanto pare lo avrebbe scoperto a sue spese. All’arrivo delle ore più calde si nascosero tutti sotto le dune, mentre passate quelle i due adulti, probabilmente i genitori dei cuccioli didiere il cambio a Vahlok e il vecchio iniziando loro a fare la guardia e andarono a caccia per i cuccioli. Tornati dalla caccia gli adulti sfamarono i cuccioli e dopo una lunga bevuta si riprese il volo. Il vecchio li riguidò sulla giusta traiettoria e da lì dopo un’altra lunga e fredda notte arrivarono al centro del deserto.
    In una valle Vahlok vide diverse rocce aguzze stagliarsi verso il cielo. Il vecchio zio viaggiatore di Vahlok avrebbe potuto descriverlo come uno strano luogo in cui forse gli umani facevano rituali. Fu per questo motivo che Vahlok si mise in testa che avrebbe incontrato, forse fronteggiato degli umani quando il vecchio gli disse secco – Sei arrivato –.
    Vahlook si avvicinò al terreno che ora distava solo sei metri e annusò l’aria in cerca di odori strani. Da lontano sembrava un luogo abbandonato, ma forse qualcuno si nascondeva nei paraggi.





    La storia degli umani nasce con me che mi immagino questo nel deserto: large
    E questa è la risposta più lunga per un gdr che io abbia mai fatto.
     
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27 replies since 29/7/2014, 14:20   666 views
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