Allenamento Vahlok

Tarrqor

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  1. Spyro17
     
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    Vahlok

    Vahlok smise di leccarsi la coda quando Tarrqor iniziò a raccontare la sua storia e gli si avvicinò. Si sedette di fronte a lui col muso all’insù a guardare il muso dell’altro. Oltre alle parole la mente di Vahlok fu inondata di immagini e sensazioni. Vahlok vide quindi con gli occhi enormi di Tarrqor questa infinita mandria di draghi di specie diverse pronti a dare il loro voto al neo magistro. Vahlok scorse nella sua mente i volti dei vari draghi individuando nella mandria quegli schifosi Red. Non riconobbe i due esponenti, sapeva appena distinguere quella specie dalle altre, ma gli sarebbe davvero piaciuto sapere cosa ne pensavano loro di Tarrqor. Il Thunder però gli comunicò solo ciò che voleva dirgli ovvero l’aver incontrato questi due Seragramma. Giruko era un nome sconosciuto a Vahlok, ma osservò comunque lo straniero battersi contro Tarrqor, metti che potesse imparare qualcosa. Poi lo vide: si era fatto largo fra la folla petto in fuori proclamando a gran voce col suo tono possente e caldo che Giruko non era un buon rappresentate dei seragramma. Incredibile fu come Giruko non disse nulla a quell’affermazione. Sembrava riconoscesse Wolfram, forse addirittura temerlo. Wolfram chiese di sfidarlo e il Thunder accettò l’offerta. Dopo delle intense prove e scontri a terra e in aria i due si ritrovarono faccia a faccia fissandosi negli occhi.
    Dentro l’iride di Wolfram Tarrqor poté vedere un territorio vulcanico e quello che vi stava accadendo. Era di sicuro la rappresentazione del muro mentale che Wolfram aveva eretto per schermare la sua mente all’avversario. Per schermare la propria mente, ricordò Vahlok, bisogna concentrarsi puramente su una singola cosa ed escludere tutto il resto. Anche una minima distrazione dal pensiero principale può permettere all’avversario di fare breccia. Sule terreno vulcanico pensato da Wolfram vi stava un grosso nido dove erano radunate diverse uova, la maggior parte già rotte. Appartenevano alle diverse madri della tribù di Vahlok. Il giovane seragramma ne era sicuro: riconobbe il suo uovo. L’ultimo in fondo al mucchio, uno dei pochi che non voleva schiudersi. Vahlok non aveva mai visto da fuori il suo uovo, ma sentiva che dentro quello scrigno sena serratura c’era lui. Wolfram aveva quindi assistito anche a quella schiusa? Era lì quando Vahlok nacque? Da quel che Vahlok si ricordava Wolfram era sempre stato presente all’annuale schiusa delle uova. Solo una volta era arrivato leggermente in ritardo.
    “Stava pensando a noi…. Questo ha permesso a Wolfram di battere Tarrqor. Noi… la sua famiglia. “
    - Se è tuo zio forse parte di questo potere scorre anche in te. Prova a cercare un magistro che alleni la tua abilità psichica oltre che fisica.- Concluse Tarrqor.
    - Non è davvero mio zio… E’ solo un nomignolo che ci ha chiesto di affidargli. Che io sappia Wolfram non ha nemmeno una compagna e non so chi siano i genitori di Wolfram… Potrebbero far parte del clan come essere degli sconosciuti-
    Rispose Vahlok a Tarrqor quando questi, finito il racconto prese a camminare. Vahlok gli andò dietro cercando di tenere per se quello che aveva appena scoperto: il ricordo della propria famiglia aveva dato a Wolfram la forza di respingere Tarrqor… Ora Vahlok capiva il significato delle parole del Thunder “I tuoi ricordi sono una cosa ben preziosa, non sottovalutarli “
    Spostandosi i due raggiunsero una zona particolare, una specie di collina la cui base era leggermente più stretta della metà altezza. Era una collina, ma sembrava che qualcuno ne avesse scavato la base.
    - Resta qui, poi imitami – disse solo Tarrqor prendendo una ricorsa. Si fermò poi a tre metri da quella strana struttura lasciando che la coda proseguisse senza di lui. Aveva appena eseguito l’attacco che gli voleva insegnare per scavare in quella struttura di sabbia indurita dal vento e dalla pressione. Il fatto che la struttra avesse già un quasi tetto sopra di essa poteva suggerire che la stessa collina era stata usata in passato da altri, forse altri allievi di Tarrqor, ma ora come ora la struttura non poteva contenere nemmeno un drago adulto. Doveva essere ampliata.
    -In queste montagne lo strato esterno è più rigido, una volta scavati i primi due metri induriti dal vento e con sabbia cristallizzata si trova terra più soffice. Cerca quindi di spazzare compiendo il più grande arco possibile con la coda.-
    Vahlok provò ad imitare il maestro. Dal punto in cui si trovava prese una breve rincorsa che lo portò a circa due metri dalla montagna. Arrivato lì fece due passi a sinistra come a disegnare sul terreno uno dei glifi usati dagli umani per scrivere. La coda al contrario non virò. Continuò dritta per la sua strada. Rispetto alla posizione di Vahlok la coda aveva compiuto poco meno di un semicerchio. Data la forza che gli era stata richiesta per spaccare delle singole rocce, Vahlok aveva messo tutta la forza possibile in questo colpo per spezzare la parete di sabbia cristallizata.

     
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